CORSPORT (P. TORRI) - Babbo Natale non ha la patente, ha diciotto anni, lapparecchio ai denti, lo sguardo curioso verso il mondo, il sorriso bambino, direbbe Ivano Fossati. Babbo Natale è Marcos Aoas Correa, Marquinhos, come regali ai tifosi della Roma
Cominciamo dalla salute: come sta Marquinhos?
«A disposizione».
Vuole dire che è pronto a giocare oggi contro il Milan?
«Pronto. Ho fatto fisioterapia tutta la settimana, mi sono allenato con i compagni un paio di volte, a disposizione».
Se laspettava sei mesi fa tutto questo che le è accaduto?
«No. Ma sapevo che avrei avuto le mie occasioni». (...)
Stasera allOlimpico cè la sfida con il Milan, che partita sarà?
«Bella. E noi vogliamo vincerla».
Non sarà facile.
«No. Il Milan è forte, ha grandi giocatori, a partire da Robinho. Ma quando uno scende in campo con la maglia della Roma, lunico obiettivo è la vittoria».
Perché ha scelto la Roma?
«Perché Roma è Roma».
Si spieghi meglio.
«Dovete sapere che in Brasile la Roma è la squadra più conosciuta e apprezzata. Dopo viene il Milan, poi tutte le altre. Qui cè una storia brasiliana fantastica».
Magari raccoglierà leredità di Aldair.
«Magari. Sono troppo giovane per avere ricordi di Aldair giocatore, ma so bene chi è e chi è stato».
Bisognerà vincere però.
«Vero. Siamo qui per questo».
Come siamo?
«Ma avete visto letà media dei giocatori? Pjanic, Destro, Florenzi, Lamela, Nico Lopez, Dodò, il sottoscritto, il più anziano ha ventidue anni. Non so ancora il presente, ma di certo il futuro è della Roma». (...)
Quando è passato al Corinthians?
«Non avevo ancora compiuti otto anni. Tutta la trafila fino ad arrivare allesordio tra i grandi. Facendo straordinarie esperienze».
Tipo?
«Allenandomi con Ronaldo, il fenomeno, per esempio. E non è finita qui».
Ci dica, allora.
«Sono cresciuto in un grande club come il Corinthians, ha decine di milioni di tifosi, ha grandi giocatori, crescere guardando Castan può solo aiutarti. E poi Adriano, vuoi mettere?».
Adriano quello che è stato anche alla Roma?
«Sì, proprio lui. Persona fantastica». (...)
Come è stato il suo impatto con Roma?
«Eccezionale. Questa è una città fantastica. Mi sono emozionato quando ho visto il Colosseo, Fontana di Trevi, il Vaticano. Qui cè la storia».
E limpatto con la Roma?
«Altrettanto bello. Ho trovato un gruppo di compagni straordinari».
Totti, per esempio.
«E che esempio. Allenarsi con lui è come con Ronaldo, un fenomeno, in campo e fuori».
Chi conosceva della Roma prima di arrivarci?
«De Rossi, Perrotta, Castan, Stekelenburg che avevo visto giocare con lOlanda contro il Brasile al Mondiale. Adesso posso dire di averne conosciuti tanti altri bravi bravi come Lamela, Pjanic e Destro per esempio».
Zeman lo conosceva?
«Mai sentito nominare».
E adesso che ne pensa?
«E una risposta facile. Con me Zeman è stato ed è un grande».
Addirittura.
«Beh, mettetevi nei miei panni. Sono arrivato qui che mi conoscevano in pochi, ero pronto a fare una stagione da studente, lui mi ha garantito serenità, poi mi ha dato fiducia e mi ha lanciato. Come non definirlo un grande?».
Dopo neppure sei mesi, che idea si è fatto del calcio italiano?
«Qui cè un grande calcio, progredito, bello da vedere, il migliore dal punto di vista tattico. Se non hai la testa giusta non vai da nessuna parte. Migliorerò moltissimo, ne sono certo».
Con la maglia della Roma, naturalmente.
«Sì. A Roma voglio rimanere il più a lungo possibile. Il futuro è qui».
Per questo ha rinunciato alla convocazione per il Sudamericano under 20?
«Io ho detto alla Roma e a Roberto (Calenda ndr), faccio quello che decidete voi».
Cè qualcosa che non le è piaciuta del calcio italiano?
«La nebbia».
La nebbia?
«Sì. Quella di Verona, non lavevo mai vista. Dodò per esempio non aveva mai visto la neve, lha scoperta a Verona».
Chi vincerà lo scudetto?
«Juventus, è la più forte, ma ci sono altre squadre che possono puntare in alto».
Tipo?
«Inter e Napoli soprattutto».
E la Roma?
«Noi vogliamo giocare bene. Se lo faremo con continuità, torneremo a sentire la musichetta della Champions».
Qual è stato lattaccante che finora lha messa più in difficoltà?
«Osvaldo in allenamento».
Risposta troppo facile, chi al di fuori della Roma?
«Direi Di Natale».
Che emozione è stata giocare il derby?
«Fantastica, al di là del risultato finale. Un giocatore vero non può che amare di giocare il derby».
Se dovesse farsi un complimento come calciatore, cosa direbbe?
«Velocità e testa tranquilla».
E se dovesse individuare su cosa migliorare?
«Piedi, testa, tattica, non si è mai perfetti».
Come vive a Roma?
«Con mio padre che è qui da quando sono arrivato. Fuori dal campo mi vedo soprattutto con gli altri brasiliani, ognuno di noi ha organizzato un churrasco a casa sua, il prossimo tocca a me quando arriverà mia madre a gennaio». (...)
Siamo a Natale, le va di fare qualche regalo?
«Volentieri».
Babbo Natale Marquinhos cosa regalerebbe a Zeman?
«Il sole così da poter giocare sempre il nostro calcio».
Al presidente Pallotta?
«Lo stadio di proprietà della Roma».
A Totti?
«Lelisir della gioventù».
A Sabatini?
«La sigaretta elettronica, può fargli solo bene».
A Baldini?
«Un teatro, so che lo ama molto».
Ai tifosi della Roma?
«Facile, la Champions League».
A De Rossi?
«Mica facile, diciamo la pazienza».
Alla Lazio?
«Già regalato il derby dandata, ci vediamo in quello di ritorno».
Hai capito il ragazzino?