LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Cambia la formula, non il risultato. E dopo un mese di sorrisi in campionato, la Roma scopre di saper solo vincere anche in Coppa Italia: quinta vittoria consecutiva, 17esima gara di fila con almeno un gol segnato. Per liquidare sul 3-0 lAtalanta bastano 50 minuti, nonostante la rivoluzione con cui Zeman cam
Ma davanti alle 10mila anime infreddolite dellOlimpico, il boemo non rinuncia alle iniezioni di clorofilla in attacco di Lopez, 19 anni, e del debuttante Romagnoli in difesa, 18 tra un mese esatto: 13 anni di differenza tra lui e lesperto Burdisso, in pochi sembrano accorgersene. La Roma merita macinando gioco, non avrebbe bisogno del generoso contributo offerto da Consigli, che dopo 21 minuti si addormenta su tiro da fuori di Pjanic regalandogli il vantaggio. Pensi non possa fare peggio, ma passano altri 9 minuti e il portiere ne combina unaltra, spalancando in uscita la porta a Osvaldo per il 2-0 che al 30 chiude il match, iscrivendo ufficialmente Consigli dopo Goicoechea e Viviano al club dei numeri uno colpiti da sindrome della figuraccia.
La continuità scoperta non toglie alla Roma il vizio di mostrarsi autolesionista. Così, se dopo 6 minuti della ripresa Destro chiude il discorso qualificazione infilando in porta un corridoio disegnato da un Pjanic incontenibile, Osvaldo decide di riprendersi la scena nel modo peggiore. Sgomitando in modo furioso Matheu, che affettuosamente lo abbraccia prima della battuta di un corner. Rosso diretto e squadra in 10 per 36 minuti. Non abbastanza per riaprire la gara, ma per mostrare nuovamente il dark side di un giocatore aspirante rock star e troppo spesso bambino. I Colantuono boys, alla quarta sconfitta in 5 gare, sfiorano la rete in due occasioni con largentino Parra, reclamando anche un paio di rigori. Non abbastanza, però, per impedire la quinta vittoria di fila con cui la Roma, dopo il derby, ha cancellato la parola crisi. Ai quarti aspetta una tra Fiorentina e Udinese.