IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Il Faraone? Macchè, il Coco. Erik Lamela firma due gol in faccia a El Shaarawy, il capocannoniere del campionato, e stravince alla grande il duello dellOlimpico tra i ventenni di lusso del campionato. Due reti dellargentino, zero dellattaccante di Savona. Una nel primo tempo, con un tiro
Dieci gol in totale, un trend da bomber di razza, numeri imprevisti per uno come lui più abituato ad agire dietro le punte che da attaccante puro, come lo vuole Zeman. È lui, con un gol più di Osvaldo (anche Dani ha messo la sua firma nella goleada al Milan) il capocannoniere della Roma. Il Faraone è ancora avanti nella classifica degli specialisti di serie A, con quattordici centri, ma Lamela ormai lo incalza e il 2013 potrà cominciare con un obiettivo personale in più per il fantasista ex River Plate.
E pensare che largentino è stato in dubbio fino allultimo momento: gioca, non gioca, la squadra con lui e Pjanic insieme è sbilanciata, si diceva. Erik non ce la faceva più a starsene in panchina, però, dopo linfortunio rimediato un mese fa nella sfida contro il Torino. Zeman lo ha portato in panchina contro la Fiorentina e non lo ha fatto giocare; contro lAtalanta in coppa Italia era squalificato e a Verona è entrato nel finale della ripresa ma è sparito insieme con la nebbia.
SUBITO IN CAMPO Stavolta Zeman non lha tradito. Ha voluto puntare sulla sua qualità e su quella di Pjanic, schierandoli contemporaneamente: Lamela a destra nel tridente dattacco, il bosniaco in mezzo al campo, sempre a destra e al fianco di De Rossi (che non giocava titolare dal derby) e Bradley a sinistra. Largentino ha risposto subito presente, devastando lincerto, molle Constant e, come detto, segnando una doppietta decisiva per la Roma.
Eppure, si sa, Lamela aveva cominciato la stagione così e così. Fin dal ritiro di Riscone, Zeman non aveva perso occasione per bacchettarlo, chiedendogli uno sforzo maggiore e soprattutto più voglia di puntare la porta avversaria. Tutto è cambiato quando il boemo lha pubblicamente criticato alla vigilia della prima partita di campionato contro il Catania: «Lamela non ha capito niente di come deve giocare in quel ruolo». Frasi che avrebbero abbattuto chiunque, figuriamoci un ragazzino di ventanni. Quando largentino ha cominciato a fare un po di più i movimenti che gli chiedeva Zdenek, però, la storia ha preso una strada diversa: i gol sono arrivati a raffica, otto fino a ieri sera alle 20,44. Da miglior cannoniere della Roma a riserva il salto era stato enorme. E Erik non lo sopportava più, visto che era uscito di squadra non per demeriti.
I COMPAGNI La Roma, tuttavia, non era andata male senza di lui, con Pjanic nel ruolo di attaccante esterno o, come a Pescara, con Destro a destra. «Già dieci gol, sono felice ma ho fatto bene grazie ai miei compagni che fanno tutto di aiutarmi», il virgolettato di Erik a fine partita. «De Rossi mi ha dato una palla favolosa, noi abbiamo bisogno di lui. Io non ho un obiettivo preciso in quanto a gol: spero di arrivare a venti ma a me interessa soltanto portare la Roma in zona Champions. Nessun duello vinto con El Shaarawy: ognuno pensa per sè. Le reti le dedico come sempre a mia nonna. Pian piano stiamo capendo bene quello che ci chiede Zeman e i risultati si vedono».