GASPORT (A. FROSIO) - In altri tempi, più ricchi di pecunia e più poveri di coraggio, l'apparizione del 17enne M'Baye Niang avrebbe rappresentato una sconvolgente novità nel «vecchio» panorama calcistico italiano. Questo successe 5 anni fa, quando Mario Balotelli segnò i suoi primi gol tra i grandi. Curiosa coincidenza: negli ottavi di Coppa Italia
Faraone da 10 La vera differenza con il passato è che non si tratta di «promesse», ma ragazzi che già si stanno affermando. I top player, insomma, ce li abbiamo: e finalmente possiamo anche abbinarci l'aggettivo «giovane». Come definire altrimenti Stephan El Shaarawy? La sua stagione, finora, è da 10 in pagella. Ma i suoi gol sono anche di più, 13, e ne fanno il capocannoniere della A. Viene da chiedersi se, con Ibrahimovic ancora al Milan, avrebbe giocato e segnato così tanto. Per questo il Faraone è l'uomo simbolo del nuovo trend, insieme con il compagno Mattia De Sciglio, che si è preso le fasce del Milan (destra o sinistra fa poca differenza) come un Paolo Maldini. L'addio dei big ha aguzzato l'ingegno e allargato gli orizzonti. Di tutti: da chi deve salvarsi a chi aspira a scudetto e Champions.
Pogba e i romanisti Dietro a El Shaarawy, le facce da copertina sono quelle di Paul Pogba ed Erik Lamela. Il francese ha avuto un impatto mostruoso sulla Juventus: forza fisica, tecnica e visione di gioco lo rendono un giocatore completo, ad appena 19 anni. È solo di un anno più vecchio Erik Lamela, che alla seconda stagione italiana sta dando ragione all'investimento della Roma: 8 gol nelle prime 13 giornate (e 7 in 6 partite di fila) prima che un infortunio alla caviglia lo fermasse. Merito della cura-Zeman, che nella top 11 porta ben quattro giocatori. Florenzi è il soldatino che ha spedito in panca a turno De Rossi e Pjanic. Destro non ha ancora espresso tutto il suo potenziale, ma ha segnato 4 gol nelle ultime 6 partite giocare. E poi c'è il fenomenale brasiliano Marquinhos: è il più giovane della compagnia, 18 anni, ed è bene ricordarlo perché a vederlo giocare sembra un veterano. Qualcuno ha detto Thiago Silva?
Difesa di ferro Tornando alla top 11, disegnata con il 4-2-3-1, tra i pali c'è Perin del Pescara: è vero, è il portiere che ha incassato più gol, ma anche quello più impegnato e che ha compiuto più interventi. I numeri, nel suo caso, contano poco: qualche grande ha già pensato a lui per il futuro. La difesa si completa con Juan Jesus e Savic. L'interista merita un voto leggermente superiore, perché dopo una fugace apparizione nella stagione scorsa si è preso di forza un posto da titolare nella difesa di Stramaccioni. Il centralone della Fiorentina, invece, aggiunge 2 gol al curriculum stagionale ma è una sorta di veterano: non perché rientra tra gli Under per un pelo (l'8 gennaio fa 22 anni), ma perché ha già vinto una Premier con il Manchester City. Davanti, poi, c'è classe pura: Lorenzo Insigne, dopo essere cresciuto con Zeman a Foggia e Pescara, sta convincendo anche Mazzarri al Napoli: 16 presenze, 8 da titolare, 3 gol. Ecco, date in mano una squadra così al Boemo e vediamo dove arriva. Giovani o non giovani.
Gli altri Ci siamo limitati a undici, ma tra i 65 Under utilizzati in 16 giornate di campionato i giovani affidabili sono tanti e ben distribuiti. Quintero e Pereyra, Obiang e Merkel, Taider e Coutinho, Caprari e Dybala, Ljajic e Dodò. Godiamoci ancora il trentaseienne Francesco Totti, finché possiamo. Ma i ricambi, intanto, si preparano.