CORSERA (G. PIACENTINI) - I tifosi della Roma non hanno dubbi, è Zdenek Zeman il maggiore responsabile della crisi che sta vivendo la formazione giallorossa ed è lui a dover pagare. Basta farsi un giro sui social network e sulle radio private, ieri regolarmente «on air» nonostante il giorno di festa, per rendersi conto di come la pazienza dei sostenitori romanisti sia arrivata al capolinea.
«Basta anni di transizione, esperimenti e filosofia - è il pensiero della stragrande maggioranza dei tifosi - la Roma ha i giocatori per competere per la Champions e non è possibile fare brutte figure come quelle con il Parma, il Bologna o lUdinese». Una logica stringente, che porta dritti al cuore del problema: Zeman. La colpa maggiore che gli viene imputata è quella di essere poco flessibile e di non adattarsi lui ai calciatori che ha a disposizione piuttosto che pretendere il contrario. Che la Roma non sia una squadra costruita per le sue idee tattiche è sotto gli occhi di tutti, ma la gestione di molti calciatori - De Rossi, Destro, Pjanic, Burdisso - lascia perplessi come alcune sue fissazioni (Tachtsidis). Il fatto di aver accettato una rosa che non sentiva «sua», è considerata unaggravante.
Le poche cose buone - Totti in forma come non gli capitava da anni, lesplosione di Lamela e di Florenzi - sono seppellite dalle tante negative: nonostante la vittoria assegnata a tavolino con il Cagliari - ma la gara è ancora sub judice - la Roma è a 6 punti dalla serie B e ad 8 dal terzo posto, con 19 gol subiti in 9 partite la difesa è la peggiore della serie A. I punti sono 14, gli stessi di Luis Enrique a questo punto della stagione: allo spagnolo è stata data una stagione di tempo prima di dichiararne il fallimento. In molti si augurano che con Zeman non si ripeta lo stesso errore.