IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Quando Zeman, a una manciata di minuti dal termine, lha richiamato in panchina, tutto lo stadio si è alzato in piedi e a gran voce ha cominciato a cantare il suo nome. Francesco Totti, regalando prima un sorriso a Destro, che stava entrando, e poi un altro al suo amico boemo, non ha potuto fare a meno di salutare e ringraziare la sua gente impazzita di gioia. Un gol, quello che ha spaccato in due la partita, e tutta una serie di giocate da spellarsi le mani, per ilcapitano.Lunico applaudito dal pubblico romanista anche prima dellinizio della partita,quando i fischiversola Roma reduce da due sconfitte di fila non erano mancati.
Una prestazione chic, la sua. Uno choc per il Palermo. Sistemandosinellasuaposizione preferita, cioè sulla sinistra ma con ampia facoltà di muoversi in lungo e largo, Totti ha cominciato a dirigere le operazioni e a dettare la manovra della Roma conla bacchetta in mano.E, alla prima occasione, ha lasciato il segno, deviando di testa, con un doppio tentativo, un cross dalla destra di Piris. Lennesimo gol sotto la Sud, la rete numero 219 della sua fantastica carriera in serie A.
Gunnar Nordahl, fermo da sempre a quota 225 gol al secondo posto della classifica di tutti i tempi, è sempre più vicino. Non contento,Totti ha continuato a sfornare calcio ad altissimo livello, mandando tutti i compagni a tu per tu con il malcapitato Ujkani. Ad un certo punto, stanco di servire assist a ripetizione, si è fatto spedire da sinistra un pallone al bacio da Osvaldo: partendo dalla posizione di centravanti puro, è andato al tiro al volo di destro fallendodipocolaporta del Palermo. Avesse segnato, lo stadio sarebbe crollato. Ma giù lo stesso un mare di applausi e cori: un capitano, cè solo un capitano...
A una settimana dal derby, Francesco ha spedito un segnale inequivocabile alla squadra di Petkovic: io ci sono. Anzi, noi ci siamo. Perché fin quando ci sarà lui, ci sarà anche la Roma. Dopo la figuraccia di Parma, cera assoluta necessità di recuperare punti e credibilità: Totti, come sempre, ci ha messo la faccia (anzi, la testa...) dando lesempio. E con il suo esempio si è portato dietro tutta la squadra, che per la prima volta in questo campionato ha confezionato uno scarto di tre reti. La Roma ha il miglior attacco del campionato e il fatto che Totti, quattro gol in stagione, non sia il suo miglior cannoniere è un dato da non sottovalutare. Vuol dire che la Roma non è Totti-dipendente, ma non vè dubbio che quando gira lui, gira la squadra intera. E, adesso, sotto con il derby. Che per Totti, Zeman lo perdonerà, non è e non sarà mai una partita come tutte le altre. Nella passata stagione, quando cera Luis Enrique sulla panchina giallorossa, la Roma ne ha persi due su due, e Totti non lha dimenticato.
Non segna alla Lazio (otto gol complessivi) dal 13 marzo del 2011, quando firmò una doppietta con Vincenzo Montella in panchina. Vuole interrompere il tabù e,magari,diventare ilcapocannoniere di tutti i tempi del derby romano. «La vittoria è fondamentale per due motivi: perché ci permetterà dilavorare e allenarci con maggiore serenità e poi perché trionfare allOlimpico lascia sempre in bocca un sapore unico, speciale. I tre punti sono arrivati meritatamente, i reparti hanno lavorato bene e la nostra prestazione di squadra è stata positiva. Possiamo essere soddisfatti del nostro lavoro», il suo commento, aspettando la Lazio.