GASPORT (M. CALABRESI) - Se la vittoria con il Palermo è stata quella della svolta, si capirà soltanto oggi: altrimenti, si tornerà indietro di due settimane, con l'aggravante di un contraccolpo psicologico durissimo. Già, perché la reazione che si era vista a Genova aveva fatto pensare davvero che la Roma potesse iniziare una
Forma fisica e collocazione tattica: eccoli i due elementi che possono fare di Erik Lamela l'uomo-derby. Ce ne sarebbe anche un terzo: il fatto che l'argentino va a segno da cinque partite di fila, ma è conseguente a un modo di interpretare il ruolo di esterno d'attacco che manda in crisi le difese. Gioca quasi soltanto con il piede sinistro, Lamela, saltando l'uomo sempre sull'interno: caratteristica che lo porta spesso ad accentrarsi per cercare la soluzione con quel piede, il più delle volte a giro sul secondo palo (così, solo quest'anno, ha già punito Bologna, Genoa e Parma). Ma, con il gioco di Zeman, questo possibile handicap può diventare una virtù: Piris, da dietro, va a inserirsi nello spazio liberato dall'argentino, e lo stesso vale per l'intermedio che si sgancia dal centrocampo. Petkovic, nonostante Lamela sia la minaccia numero uno nonché l'attaccante della Roma che tra i tre fa più movimento non giocherà con il «doppio terzino»: Radu lascerà il posto a Lulic, con Mauri a centrocampo. Non è un azzardo dire che il derby si deciderà lì.