IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Uno scatto sulla crisi: Baldini, Sabatini e Fenucci concentrati sullallenamento, per avere una visione migliore di una squadra in piena recessione. Immagini nitide: diversi calciatori scontenti, qualcuno infortunato e altri consapevoli di avere un rendimento indecente. La Roma lavora
De Rossi non regala nemmeno quelli. Triste e isolato, Daniele non si fida ormai di nessuno, avendo capito che per il club giallorosso lui rimane soprattutto il grande problema di questa stagione, il più urgente da affrontare. Economicamente e tecnicamente. Se nè accorto dai discorsi che due giorni fa gli hanno fatto Baldini e Sabatini. E dalle ricostruzioni di comodo offerte ai media. La Roma ha preso le distanze dal suo vice capitano.
Oggi la debole sintonia tra Zeman e De Rossi è solo lo smascherato pretesto per avere in mano la giustificazione al momento delladdio. I dirigenti, da tempo, vorrebbero che a esporsi fosse Daniele che, anche mercoledì, ha ribadito di essere contrario a fare questo passo, pur avendo preso atto di come laria sia cambiata a Roma, ancora di più dopo lespulsione nel derby. Baldini e Sabatini, discutendo tra loro e anche con i procuratori di riferimento, si stanno muovendo per non azzerare il valore del cartellino che ha il prezzo giusto solo per il City, a cui però il calciatore ha già detto no due volte, lultima ad agosto. Baldini ha provato ad aprire lasta, dieci giorni fa, ma leffetto è stato desolante. Nessuno si è fatto vivo. Sabatini, invece, si sta occupando di trovare il nome del sostituto: il ds non ha ritenuto Verratti, lanno scorso, giocatore da Roma e adesso, avendolo visto giocare in Champions con il Psg e mercoledì sera da titolare in nazionale, ha dovuto riconoscere lerrore imperdonabile. Lo poteva prendere ad una cifra accessibile. Ma non è tempo di tormentarsi sulle gaffe del passato. Conta solo il presente o, nella peggiore ipotesi, il futuro: individuare, in poche settimane, il sostituto di De Rossi, da prendere già nel mercato di gennaio, sa però tanto di pesca miracolosa.
De Rossi resterà a guardare per tre partite, Tachtsidis, anche lui squalificato, salterà solo la prossima contro il Torino, come Burdisso. Lunedì sembrano scontati i ritorni di Castan e Pjanic che nelle ultime settimane si sono scontrati con Zeman, il brasiliano, atteso oggi a Trigoria (oltre a lui, ieri mancavano ancora Piris e Tachtsidis), alzò la voce in campo a Marassi durante la gara vinta contro il Genoa, il bosniaco ha insultato il tecnico in mondo visione dopo la rete alla Lazio.
Il management giallorosso, su input della proprietà statunitense, ha il compito di assemblare i cocci, chiedendo a Zeman di far rispettare di più le regole interne e al tempo stesso di non scaricare in modo plateale giocatori per i quali sono stati fatti investimenti pesanti per il bilancio sempre più sofferente. E il caso di Stekelenburg: Baldini e (soprattutto) Sabatini lo vogliono titolare. Il boemo è però deluso dal comportamento dellolandese, lento nel rendersi di nuovo disponibile. Se fosse per Zdenek, contro il Torino confermerebbe Goicoechea. I suggerimenti si sprecano: Destro lo vorrebbero utilizzato con più continuità, anche con lesclusione di Osvaldo che, per i dirigenti, non deve avere sempre o comunque il posto garantito. Un giorno sapremo perché.