Pallotta: «Lotito is funny...»

09/11/2012 alle 08:39.

IL ROMANISTA (D. GALLI) - L’idea era venuta alla Roma e avrebbe raccolto certamente il plauso della Questura e, più su, quello del Viminale. È successo la mattina di due giorni fa. Un lampo, un baleno, un’intuizione felice.

Un ripensamento divertente. Funny, per usare l’aggettivo con cui il presidente Pallotta ha descritto ieri Lotito. «He’s funny». Per forza, il giorno prima aveva detto che lui, Lotito, era abituato a comprare, più che a vendere. Funny, no? Il presidente della Lazio ha replicato in tarda serata: «Una conferenza congiunta Zeman-Petkovic? A me non è arrivata alcuna proposta ufficiale dalla Roma. E comunque l’idea l’avevo lanciata io l’anno scorso, e la Roma disse no».

I fatti. Quelli veri. Quelli documentati e documentabili, qualora servisse. È andata così. Catia Augelli, da qualche mese a capo della comunicazione giallorossa, ne ha parlato con Baldini, , e anche con Zeman. Erano tutti d’accordo, «proviamoci» è stato il commento del . Una telefonata della Augelli all’alter ego di Formello, il parere che sembra fosse positivo di Petkovic. La conferenza Lazio più Roma, e quindi Petkovic piu Zeman, si sarebbe dovuta tenere domani alle 13,30 nella sala stampa dell’Olimpico. Sarebbe stato un segnale di distensione, sarebbe stata anche l’occasione per ricordare che l’11 novembre 2007 un ragazzo, un figlio di questa à, è morto ammazzato in una stazione di servizio lungo l’A1, che giustizia è stata fatta perché chi gli ha sparato è stato condannato a 9 anni e 4 mesi di carcere. Uno potrebbe dire: ed è necessaria una conferenza stampa congiunta per ricordarlo? Assolutamente no, Gabriele Sandri vive a prescindere, vive nel cuore di papà Giorgio, di mamma Daniela e del fratello Cristiano, vive nelle lacrime della Nord laziale e della Sud romanista, vive nella fondazione che porta il suo nome. Ma sarebbe vissuto anche nelle dichiarazioni di due allenatori alla vigilia di un evento speciale, reso tale, reso speciale, da un anniversario prima ancora che da una partita di calcio.

Dietro al no della Lazio c’è stato il no di Lotito, che ultimamente ha avuto il suo da fare. E non tanto dietro alla scrivania di Formello, quanto dietro ai microfoni. L’altro ieri aveva ironizzato sulla cordata che controlla la Roma: «Ad oggi il capitale è composto da Unicredit, prima banca italiana e da un referente americano. C’è un filtro che impedisce di acquisire consapevolezza dell’interlocutore. Le frasi di Baldini su ? Io più che a vendere sono abituato a comprare». Ah sì? Per maggiori delucidazioni chiedere a Lichtsteiner () e Kolarov (), chiedere ad Eliseu, ora al Malaga, chiedere a Balzaretti, che alla Lazio che lo corteggiava non c’è mai finito perché lo ha acquistato la Roma. Acquistato, non ingaggiato a parametro zero (chiedere agli svincolati Klose ed Ederson). Vabbé, troppo semplice confutare Lotito. Lo avrà pensato anche James Pallotta, che dall’altra parte dell’oceano si è limitato a una battuta: «He’s funny». È divertente. E ancora non sa che quaggiù, Lotito, lo chiamano il Moralizzatore.