IL TEMPO (A. SERAFINI) - Come fermarsi sul più bello. Erik Lamela rientra ai box nel suo momento migliore e lascia la Roma per almeno un paio di settimane abbondanti. Sono tre, in realtà, quelle previste dalla diagnosi emessa dallo staff sanitario ieri dopo la risonanza effettuata al Campus Bio Medico: «Lesione legamentosa del compartimento esterno della caviglia destra». Un infortunio non gravissimo ma parecchio fastidioso, da curare con ore e ore di fisioterapia e riposo. In più cè la componente psicologica da non sottovalutare: Lamela ha sofferto p
Prima la Roma deve affrontare due trasferte, Pescara e Siena, senza De Rossi e il suo miglior marcatore nonché il secondo uomo più presente: finora Lamela ha giocato 915 minuti (e segnato 8 gol) contro i 972 di Totti. Non accadeva dal 2005/06 che il capitano fosse presente in tutte le prime dodici partite di campionato. Alla faccia degli acciacchi e delletà, ma ora chi aiuta lui e Osvaldo? Destro è la risposta più logica, ma non così scontata. Lattaccante marchigiano non ha convinto il boemo quando lo ha utilizzato a destra, un ruolo che lui per primo non gradisce. E infatti nelle prime prove tattiche di ieri nel tridente cera Nico Lopez, sostituto naturale di Lamela secondo il tecnico. «Destro non può giocare con Totti e Osvaldo» la sentenza di Sdengo, lo stesso però che in altre circostanze ha detto: «De Rossi non è un regista», «Pjanic e Totti si pestano i piedi», salvo poi smentirsi con le scelte di formazione. Quindi Destro non è battuto in partenza. Una cosa è certa: se restasse fuori anche stavolta ci resterebbe malissimo. Non cè solo Nico Lopez a insidiarlo: sulla carta Zeman potrebbe avanzare Pjanic e liberare un posto a centrocampo. Pur senza De Rossi, in mezzo cè abbondanza: torna Tachtsidis, Bradley in questo momento sta meglio di tutti, Marquinho chiede spazio, ma Florenzi è sempre lì. Problemi piacevoli, aspettando Lamela.