IL TEMPO (A. SERAFINI) - Ricomincio da tre. O meglio, dai tre. Perché parafrasando Massimo Troisi, ora il concetto è facilmente ribaltabile anche per Zdenek Zeman. Questioni di mentalità o di coscienza, ma sempre e rigorosamente offensiva. E gli applausi dell'Olimpic
Un bottino riempito quasi interamente dalla straordinaria vena realizzativa di un tridente cercato, provato, rivoluzionato e finalmente sbocciato. Diciassette reti realizzate su 23, guidate dalla carica di capitan Francesco Totti, trentasei primavere alle spalle e un futuro ancora tutto da svelare. Se il numero dieci ha già raggiunto la metà delle otto reti messe a segno la scorsa stagione in campionato, i numeri e i conseguenti record sembrano destinati ancora a salire, merito anche di un ritrovato (o forse mai perso) feeling con uno dei tecnici più amati di sempre. Giocare largo a sinistra non è più un problema, considerando che lo spazio davanti alla porta è occupato dal suo grande amico Osvaldo, distruttore a suon di gol (6 fin'ora) di tutte le polemiche e lo scetticismo che avevano accerchiato il suo approdo nella capitale.
Sabatini sorride, godendosi anche il crack del suo allievo prediletto Lamela, furia incontrastata e sorpresa più gradita della nuova rivoluzione americana. Sette i bersagli centrati negli ultimi due mesi dall'argentino, una quota mai raggiunta neanche negli anni passati in patria al River Plate. Un terzetto da sogni quindi (con un Destro in più, fresco del suo primo gol in giallorosso), che al momento domina il campionato italiano, seguito a breve distanza soltanto dal gruppetto interista composto da Milito, Cassano e Palacio ed anni luce distante dalle individualità di Juventus, Napoli e Milan. Numeri e statistiche che portano aria nuova, ma che si infrangono con la realtà di una classifica ancora deludente. E nella settimana che porterà al derby, la Roma si prepara coccolandosi i propri gioielli, sperando che la mossa vincente arrivi ancora una volta dal suo punto di forza più grande.