Gioco, formazione e sostituzioni: così è «cambiato» Zeman

27/11/2012 alle 10:01.

CORSERA (G. PIACENTINI) - La vittoria di Pescara, oltre a tre punti fondamentali per la classifica, ha lasciato nella testa dei tifosi giallorossi una domanda, che forse è anche una speranza: Zeman è davvero cambiato? A chiederlo a lui si otterrebbe la solita risposta

Di indizi, rimanendo alla gara di , ce ne sono abbastanza per fare una prova. Il primo: l’inserimento di Bradley in cabina di regia al posto di Tachtsidis. Una scelta che ha dato maggiore equilibrio, e non può essere un caso che per la seconda gara consecutiva la porta di Goicoechea sia rimasta inviolata. L’americano ha giocato quasi sulla linea dei difensori, un lavoro che lo scorso anno (avvistato a Londra nell’hotel che ospitava Manchester , dove sembra sia andato a salutare Balotelli) faceva con Luis Enrique e che potrebbe tornare a fare dopo la , se il boemo continuerà su questa strada. Il secondo indizio: la posizione di . Partito largo a sinistra, in molte fasi di gioco si è accentrato come trequartista alle spalle di e Osvaldo. Un ritorno al passato che potrebbe essere la quadratura del cerchio in attesa del ritorno di Lamela. Terzo indizio: le sostituzioni. La Roma a ha chiuso con un solo attaccante di ruolo, : nelle cento partite giallorosse di Zeman non era mai capitato con la squadra in 11 uomini. In assoluto è successo solo due volte - nell’ultimo derby e a Leeds nel ritorno dei sedicesimi di Coppa Uefa (il 3 novembre 1998, entrarono Cafu e Candela al posto di e Paulo Sergio, rimase in campo Delvecchio), ma la squadra aveva subito un’espulsione. Perrotta per La Roma è sempre stata la mia prima scelta, voglio dare il massimo per questa maglia», ha detto ieri dopo aver ricevuto il premio «Viareggio Sport») e Tachtsidis per Osvaldo sono state scelte volute e non obbligate perché in panchina c’era Nico Lopez. È abbastanza per credere che Zeman sia cambiato?