IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Marco Delvecchio ha giocato con Zdenek Zeman nel biennio 97-99: cinquantotto presenze e venticinque gol, diciotto di questi nel secondo campionato con il boemo in panchina. Ora è un attento osservatore di cose romaniste.
Delvecchio, le piace lattuale Roma di Zeman?
«Sta cominciando a fare risultati con continuità. Questo già mi sembra positivo».
Che ne pensa del gioco che sta attuando la squadra giallorossa?
«Non mi sembra proprio un calcio zemaniano. Mi pare una squadra prevedibile, non vedo i tagli degli esterni, sono poche le sovrapposizioni dei terzini».
Perché?
«Le questioni sono due: o non ci sono giocatori con le caratteristiche adatte a quel tipo di calcio, oppure i calciatori stessi non riescono a capire a pieno o a mettere in pratica gli intendimenti del tecnico».
Ne scelga una.
«Penso sia più una questione di caratteristiche dei giocatori».
Andiamo più nello specifico.
«Prendiamo la partita con il Pescara: davanti cerano due attaccanti centrali più Totti. Forse manca una punta che sappia sostituire Lamela, che pian piano si è adattato a fare lesterno. Forse ci vorrà ancora un po' di tempo per adattarsi al meglio ai movimenti o capire fino in fondo il sistema di gioco di Zeman».
La posizione di Totti?
«Francesco gioca diversamente rispetto a quattordici anni fa. Adesso è un regista avanzato, ha molta libertà di movimento. È un accentratore di gioco, meno capace di attaccare la profondità e più bravo a dettare gli inserimenti dei compagni. Alla fine non sembra un 4-3-3».
Poi, la coppia Osvaldo-Destro è differente da quella che formava lei con Francesco.
«Direi di sì. Io Francesco eravamo diversi, lui faceva anche il rifinitore».
Anche in mezzo al campo qualcosa non quadra.
«Rispetto alla nostra Roma zemaniana, ci sono meno uomini di corsa. Pure a centrocampo vedo calciatori con caratteristiche poco adatte a quel tipo di gioco».
Certe volte si ha la sensazione di vedere una squadra che si autogestisce. Ognuno prende iniziative personali.
«Se un calciatore non è portato a giocare in una certa maniera, ci sta che interpreti il ruolo diversamente, ma non parlerei di autogestione. Destro fa lesterno ma non ha quelle caratteristiche, Pjanic è tecnicamente molto bravo ma non ha la corsa di un Tommasi o di un Di Francesco».
Zeman lo trova cambiato?
«No, è sempre lo stesso, anche nella fase difensiva. Sono diversi i giocatori. La sua prima Roma aveva un altro ritmo. Andava al doppio della velocità».
Ma non era mai successo di vedere - come a Pescara - una Roma che finisce la partita con un solo attaccante in campo.
«Non mi sembra una rivoluzione epocale. I cambi di Pescara erano dovuti soprattutto a questioni fisiche, Destro si era fatto male ed è dovuto uscire e in panchina cera solo Nico Lopez. In più lultima sostituzione, quella di Osvaldo, è arrivata quando mancavano pochi minuti alla fine».