CORSPORT (R. MAIDA) - Più che la carota dopo il bastone, è uno dei tanti paradossi che Zeman usa per spiazzare gli interlocutori. A conti fatti però diventa una pennellata così soffice da smantellare definitivamente le polemiche di Roma-Atalanta. Rivisitando la vittoria di Genova, Zeman è rimasto ammirato
IL MOMENTO - Sulla condizione generale della squadra alla vigilia della partita con lUdinese, Zeman spiega: «Stiamo bene sia fisicamente che mentalmente. Ogni tanto però abbiamo dei vuoti che non ci permettono di esprimerci al meglio delle nostre possibilità» . Come nei primi venti minuti delle ultime tre partite. Anche se il capo dissente: «Genova è stata diversa rispetto alle altre. Domenica abbiamo giocato sempre noi la palla, anche sullo 0-0 e sullo 0-1. I gol presi sono venuti da nostri errori, non da una supremazia dellavversario» . Davanti a tre partite da giocare tra stasera e domenica prossima, proprio alla luce dello stato di forma del gruppo non cercherà di stravolgere la formazione: «A me piace quando ci sono tante partite. E se cambio è perché sono obbligato dai problemi dei giocatori, o perché uno sta meglio di un altro, non perché penso alla partita successiva. Sarebbe sciocco sostituire chi ha giocato bene. Detto questo, ho due calciatori per ruolo tutti bravi: non è semplice scegliere. Cercherò di sbagliare il meno possibile» .
IL SISTEMA - La Roma che ha vinto a Marassi ha trovato equilibrio con il cambio di schieramento in corsa, passando dal 4-3-3 al 4-2-3-1, ma Zeman respinge sdegnato unipotesi di autogestione dei calciatori: «Ognuno può pensare quello che vuole. A me interessa che i ragazzi facciano in campo quello che serve alla squadra. E poi bisogna mettersi daccordo: sento dire che Totti è il giocatore che ha recepito meglio la mia mentalità. Però la maggior parte della critica sostiene che Totti gioca dove vuole e non dove gli chiedo io. Per me tutti si applicano e collaborano per giocare insieme»