Roma, follie di mercato

02/10/2012 alle 09:18.

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Una sola vittoria (più un’altra a tavolino, per ora), nessun successo all’Olimpico e due sconfitte nelle prime sei giornate di campionato. Ecco il bilancio della Roma affidata a Zdenek Zeman. Un andamento lento, lentissimo e lontano chilometri dalle aspettative della piazza e dai soldi spesi per allestire la squadra



È chiaro che parte della spesa è stata ammortizzata con le cessioni ( pagato 6,5 è stato rivenduto a 13,3 milioni), però il dato dei soldi spesi fa davvero effetto. Ma al di là di questa, va fatta un’altra considerazione: troppi giocatori si sono svalutati, rendendo ancora più annose le spese della società (mettendo da parte i costi di gestione, cioè gli stipendi). Il caso più eclatante riguarda
Erik Lamela, arrivato a Roma la scorsa estate in cambio di circa 20 milioni di euro, comprese intermediazioni e commissioni ai vari procuratori. Attualmente il valore dell’argentino si è dimezzato, visto che non è ancora riuscito a trasformare in realtà le tante cose belle che vengono (venivano?) dette sul suo conto, soprattutto da . Un flop tecnico e economico clamoroso, per ora. Già, per ora perché tutto è mutabile a seconda del rendimento del giocatore e della squadra. Così se Stekelenburg, pagato 7 milioni di euro, oggi ne vale al massimo 2 (quanto offerto dal Tottenham, prima dell’inizio del suo scadente campionato) non è detto che da qui alle prossime settimane non possa valere di più. Se comincerà a fare sul serio il , ne trarranno vantaggi sia Zeman che i conti della Roma.

I valori di mercato variano di domenica in domenica, sono quanto mai flessibili, non statici. Basta poco per salire, basta ancora meno per scendere. Due flop clamorosi e anche un affare (economico) importante, quello legato al nome di . La Roma per riprenderselo dal Crotone dove l’aveva mandato in prestito senza diritto di controriscatto ha speso pochi mesi fa circa 1,5 milioni (compresa la metà del cartellino di Pettinari), ma oggi la valutazione del ragazzo di Vitinia si è almeno quintuplicata.




Se Osvaldo, più meno, vale il prezzo pagato lo scorso anno per prenderlo dall’Espanyol, , visto che ha perso il posto, si è deprezzato, ma le prestazioni con la maglia della nazionale lo stanno aiutando ad avere una valutazione ancora elevata. Quando riuscirà a sbloccarsi, a segnare qualche gol con la maglia della Roma la cifra spesa per acquistarlo si impennerà verso l’alto. Tra gli altri neo acquisti da segnalare che, per ora, con la freccia rivolta verso il basso non possono non esserci i nomi di Balzaretti, Bradley, Marquinho, Tachtsidis e Piris. Il paraguaiano preso per fare il titolare quale esterno a destra è costato poco, 700 mila euro per il prestito, ma oggi, visto che è stato spedito nel dimenticatoio, vale la metà. Forse meno.


Chissà a chi si riferiva direttamente quando parlava di acquisti sopravvalutati: non può essere stata, la sua, una riflessione legata soltanto allo spessore tecnico del giocatore. Si riferiva anche (o soprattutto?) al costo del giocatore. Non può esserci altra spiegazione, visto che per allestire una Roma che lo scorso anno ha perso 16 partite, è stata eliminata dall’Europa League dallo Slovan Bratislava e non è riuscita neppure a entrare in Europa e che in questo campionato è già stata doppiata in classifica dalle prime della classe non sono bastati 110,5 milioni di euro, compresi i soldi sprecati per Kjaer e Josè Angel e senza considerare quelli versati per integrare lo stipendio di chi è stato mandato via con tanto di contratto. Se non sono stati sbagliati gli acquisti, si è speso male. O tutte e due le cose.