CORSPORT (R. MAIDA) - Mai come adesso, Tachtsidis è al centro della Roma. Architrave di ogni costruzione calcistica, perno di un meccanismo molto sofisticato. Le scelte definitive diranno se giocherà anche a Genova, ma sul traguardo di metà settimana il primo classificato tra i centrocampisti è proprio questo gigante greco
DUBBI - Dovesse essere confermato dal primo minuto Panagiotis - il nome di battesimo scritto sulla maglia - avrebbe un'altra possibilità di dimostrarsi maturo per la Roma. Al debutto in serie A, a San Siro contro l'Inter, aveva giocato una buona partita. Sembrava già dare ragione a Baldini che in sede di presentazione, ripensando a quel cucchiaio di Chicago, laveva investito di un paragone impegnativo: «Ricorda Redondo» . Ma poi si è smarrito, disorientato da un mondo troppo grande per essere governato in così poche settimane. Il fondo lo ha toccato a Torino, in casa della Juve, dove è stato stritolato da avversari molto più esperti e probabilmente più bravi in assoluto. Eppure Zeman non lo ha abbandonato, riproponendolo anche con l'Atalanta nel giorno della famosa esclusione di De Rossi. (...)
SORPRESA - La presenza di Tachtsidis in mediana potrebbe sorprendere anche il Genoa, che è ancora comproprietario del suo cartellino. «Non lo conosco, non è venuto neanche in ritiro in estate» ha ammesso candidamente Gigi De Canio nell'intervista pubblicata ieri dal nostro giornale. Magari proprio il suo ruolo di ex sconosciuto sarà una ragione in più per farlo giocare. Di sicuro a 21 anni Tachtsidis non è un tipo che si spaventa davanti alle responsabilità.
ZERO MARASSI - Rimane curiosa, però, la sua storia genoana. Arrivato in Italia nellestate 2010 a parametro zero dallAek Atene, su segnalazione dellaltro calciatore greco Papastathopoulos, Tachtsidis non ha fatto in tempo a conoscere il presidente Preziosi che è stato mandato in prestito in serie B: prima sei mesi al Cesena, senza giocare neanche un minuto, poi il girone di ritorno a Grosseto, con sole otto presenze. Troppo poco per meritare il Genoa, che infatti lha spedito un altro anno lontano: a Verona, dove lincontro con lallenatore Mandorlini gli ha cambiato la carriera. Senza quel passaggio, non avrebbe mai sedotto Zeman da avversario. In estate, dopo una trattativa molto laboriosa, è stato preso per metà dalla Roma, che ha investito circa 2,5 milioni sul suo talento. Il resto va ancora scritto. Ma la garanzia dellallenatore, sia con le parole che con i fatti, è un presupposto decisivo. Aspettiamo e vediamo.