IL TEMPO (A. SERAFINI) - «Forza Erik, accentrati e tira». Le urla di un sabato tranquillo a Trigoria, cominciano di buon mattino. Zeman forza la voce e scarica tutte le sue attenzioni su uno straripante Lamela, scatenato tra i compagni come uno sciatore tra i paletti. L'argentino incassa gli incessanti richiami del boemo senza fiatare
Con una rosa decimata dalle partenze dei nazionali in giro per il mondo e la doppia risposta arrivata da Osvaldo e De Rossi nella notte armena, il boemo incassa e prova a reagire. Almeno con chi è disposto a seguirlo sin da subito. E l'acquisto più caro della prima Roma americana voluto fortemente da Sabatini, sembrerebbe il primo di una lunga lista ad essere pronto per recepire gli insegnamenti e le pungolature del boemo. Questioni di atteggiamento da mettere in pratica nel credo tattico dell'allenatore, durante la settimana a Trigoria come sul campo la domenica. Un sacrificio che il numero otto ha comiciato ad assimilare dopo che le dure frecciate lanciate dal tecnico davanti a microfoni e telecamere, inizassero a procurare l'effetto sperato. «Non riesce ancora a capire quello che voglio», «Non vede quasi mai la porta», le accuse più dure che Lamela aveva recepito nel peggiore dei modi: tra lo sconforto di poter affrontare un'altra stagione anonima e la paranoia di doversi accomodare in panchina, il tempo ha fatto il suo corso. La vicinanza di Sabatini ( il primo a spronarlo) e la fiducia trovata nei primi due gol siglati in campionato, hanno fatto tutto il resto. Una scalata di rendimento e prestazioni, in una posizione di campo poco gradita a tutte le componenti dell'attacco giallorosso. Da Totti a Osvaldo passando per Destro, nessuno sembra avere caratteristiche e voglia per partire larghi sulla destra. Una situazione che ha infastidito e non poco Zeman nelle scelte delineate dopo l'intensa preparazione estiva. Problemi tattici e capricci a parte, nel processo di crescita del ragazzo anche la combriccola argentina ha contribuito prendendosi sotto braccio il più giovane del gruppo. Dall'ultima lite con Osvaldo negli spogliatoi di Torino (rimane comunque un suo amico) alle lunghe chiacchierate con il giovane Lopez, l'attaccante continua a passare spesso le sue serate romane con la famiglia Burdisso: il modo migliore per sentirsi a casa prima di poter sfruttare i giorni liberi per tornare in patria da famiglia e fidanzata.