Fazioni riunite e il capolavoro si compie

22/10/2012 alle 11:14.

CORSERA (A. PASINI) - Visto che aveva ragione Zeman? La sua Roma non è già alla frutta, sa reagire e vince anche con Tachtsidis lampione centrale di mediana e Piris, mossa inattesa, terzino destro capace pure di due assist. Niente male per un tecnico dato per bollito. Visto che avevano ragione Osvaldo e De Rossi? Il primo segna due gol belli e pesanti (arrivando a quota 5 in 4 partite) e li dedica alla mamma perché in Argentina ieri era la sua festa. Il secondo prima si adatta a fare ilmezzo destro, unico ruolo possibile per lui secondo Zeman; poi, dopo che a partita non ancora cominciata



ha trovato non solo la posizione, ma anche il gol fondamentale dell’1-2 (il 217˚ in serie A, terzo assoluto, staccati Meazza e Altafini), il corner-assist per il 3-2 di Osvaldo e una notte da padrone del campo, ruolo che a 36 anni gli piace ancoramolto:
«Alcuni giocatori si vedono da questo comportamento. Io sono il capitano e devo dare l’esempio. Poi quando la squadra ti segue tutto diventa più facile». In tutto questo, Zeman va per la sua strada. «Per me Osvaldo e sono questi. Purtroppo non li ho avuti prima così...». Vuole dire che la punizione è servita da stimolo a cambiare? Osvaldo giura di no: «Io la grinta e la voglia ce le metto sempre ». Il tecnico tiene presentema non molla: «Potrei escluderli ancora? Dipende dal loro comportamento, non certo da me...». Per stavolta comunque ZZ si dice «contento» di come hanno giocato e accetta persino la produttiva anarchia di : «Ha fatto una grande prestazione. È normale che lui non si inserisca da metà campo perché è più un giocatore di rottura e costruzione da dietro». In fondo, ciò che chiede il boemo è soprattutto un’altra cosa: «L’impegno. Poi si può anche non vincere, ma io voglio vedere quello. E stavolta l’ho visto». La domanda ora è scontata: sarà vera svolta? Osvaldo confessa che non lo sa, però «se giochiamo così, saranno più le partite che vinceremo che quelle che perderemo». Zeman annuncia che questa è una squadra «competitiva» che «può giocarsela con tutti». La condizione è che i partiti concordino una tregua e che tesi e antitesi si fondano nella sintesi di gioco e spirito vista ieri. Perché, trattandosi della Roma, stavolta hanno tutti ragione, ma domani chissà.