IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - 1990, 1991, 1992, 1993, 1994. Nessuna squadra italiana ha giocatori nati in questi anni forti come quelli che ha la Roma. E nessuno punta così tanto su di loro come la formazione giallorossa, almeno tra i club di prima fascia della serie A. Non lo fa la Fiorentina, che pure soprattutto quando cera Corvino si basava, e tanto, sui ragazzini, pescandone alcuni, come Jovetic, fenomenali. Non lo fa lUdinese, che dei giovani sconosciuti fa da sempre una delle sue risorse principali. Non lo fa il Napoli, che tiene in panchina uno come Insigne perché Mazzarri preferisce puntare su giocatori già fatti (e comunque forti). Non lo fa
LA ROMA - Lo fa, eccome, la Roma. E non solo perché Walter Sabatini da sempre preferisce puntare su talenti sconosciuti o quasi da valorizzare piuttosto che su giocatori già affermati. La Roma lo fa perché ci crede. Perché questa proprietà ha deciso di investire (investire, non risparmiare, basti pensare che Lamela e Pjanic insieme sono costati quasi 30 milioni) su giovani forti che possano costruire la base del presente e del futuro. Senza andare troppo in là con i ragionamenti, si pensi al prossimo turno di campionato che vedrà la squadra di Zeman impegnata a Marassi nel posticipo contro il Genoa: in difesa il diciottenne Marquinhos giocherà titolare, a centrocampo ci saranno 2 91 come Florenzi e Tachtsidis oppure un 91 (litaliano) e un 90, Pjanic. In attacco potrebbero esserci un 92, Lamela, e un 91, Destro. Con un 93 e un 95, Nico Lopez e Romagnoli, pronti addirittura a subentrare. Giusto questultimo, che in serie A non ha ancora esordito, è lunico che Zeman non considera ancora un titolare alla pari con gli altri nonostante ne abbia tessuto le lodi in più di unoccasione. Tutti gli altri fanno parte di una rosa che il boemo ruota a seconda delle occasioni, senza farsi condizionare, e questa non è una novità, dalla carta didentità. Carta didentità che racconta anche di un altro giovanissimo, Dodò, pronto per essere finalmente in campo, o quantomeno a disposizione, per il primo impegno ufficiale dopo undici mesi. Classe 92, si sta allenando ormai da giorni con i compagni e a Genova dovrebbe, quantomeno, andare in panchina. Nella testa dei dirigenti giallorossi prima dellarrivo di Balzaretti era lui il titolare a sinistra e se dimostrerà tutto quello che di lui si dice non è escluso, anzi è più che probabile, che lazzurro si sposti a destra per lasciare il posto a quel giocatore che, insieme a Marquinhos, in Brasile viene considerato un predestinato. Nei giorni scorsi sui media sudamericani è comparsa una lista di giocatori su cui la federcalcio verdeoro punta in occasione del Mondiale 2014. Ci sono i famosissimi, ma ci sono anche nomi nuovi come, appunto, i due romanisti che messi insieme hanno appena due anni più di Francesco Totti. In un certo senso il più giovane di tutti, ma questa è unaltra storia.
LA SERIE A - Quella che alla Roma interessa, racconta, appunto, di una rosa competitiva ma giovane e che quindi, come tale, può essere soggetta a tutti quegli alti e bassi che spesso mandano di traverso le domeniche ai tifosi. A Trigoria sono convinti che il periodo di assestamento stia per terminare anche perché lallenatore attuale, in questo senso, fornisce ampie garanzie. Per prima cosa occorre guardare letà media delle squadre della serie A: la più giovane è il Pescara (24 anni e 3 mesi) seguita da Udinese e Bologna (25.2). Ci sono poi Roma e Genoa (25.5), Cagliari (25.8), Palermo (25.9), Fiorentina e Milan (26.3), Inter (26.4), Catania (26.5), Torino (26.6), Parma (26.9), Juventus (27.5), Atalanta (27.11), Siena (28), Chievo (28.2), Napoli (28.5) e ultima la Lazio (28.7). Nei club di prima fascia quindi, la Roma (sulla carta) è seconda solo allUdinese. Ma i giovani che ci sono in rosa nella Roma non servono solo ad abbassare letà media ma sono considerati a tutti gli effetti titolari. Negli altri club non funziona proprio così. Partiamo dalla Fiorentina: giovane è lallenatore, Montella, mentre in rosa sono 6 i giocatori nati dal 1990 in poi. Di questi solo uno, Ljajic (91), è effettivamente un titolare mentre gli altri (Camporese 92, Capezzi 95, Hegazy 91, e Seferovic 92) sono poco più che comparse visto che in quattro mettono insieme appena 2 presenze, tutte dellattaccante. Discorso a parte merita invece un difensore, Savic, che ha esordito il 7 ottobre e che a 21 anni è considerato uno dei più forti a livello europeo. Dalla Fiorentina allInter. Nella rosa di Stramaccioni i giovani nati dopo il 1990 sono tanti, ben 15. Ma di questi soltanto 4, massimo 5, fanno effettivamente parte dei piani dellallenatore nerazzurro. Il primo è ovviamente Coutinho, classe 1992, seguito dal difensore Juan Jesus, di un anno più grande, e dal coetaneo Obi. Da segnalare anche lattaccante Livaja, classe 1993 e cinque presenze finora tra campionato e Europa League, e il difensore Mbaye, 1994, che però è stato impiegato solo in Coppa. E ora il turno della Juve. La squadra di Conte/Carrera/Filippi punta su giocatori esperti e affermati. In rosa i nati dopo il 1990 sono appena tre. Il portiere Branescu, diciottanni, e i centrocampisti Marrone e Pogba, non certo titolari ma alternative, per quanto buone, al trio Marchisio- Pirlo-Vidal. Cè poi la Lazio, come detto la squadra più vecchia della serie A. In rosa sono 4 i calciatori nati tra 91 e 94 e nessuno di questi è un titolare: Cataldi, Cavanda, Onazi e Rozzi. Giusto Cavanda, con cinque presenze stagionali, può essere considerato uno di quelli che viene preso in considerazione da Petkovic. Non a caso a scoprirlo, nel 2007, fu proprio Walter Sabatini. Non va meglio al Milan: la politica dei giovani, tranne rari casi, non ha mai fatto parte della storia di Galliani e Berlusconi. Questanno le cose iniziano a cambiare ma più per necessità di bilancio che per reale convinzione. In rosa ci sono 8 giocatori nati tra il 1990 e il 1994 e di questi solo due, De Sciglio ed El Shaarawy, possono essere considerati titolari. A loro si aggiunge Bojan (1990) e una serie di altri nomi pronti ad affacciarsi sulla scena come Ganz, Strasser, Carmona Perez, Niang e Valoti. Un altro club di prima fascia che sui giovani punta poco o nulla è il Napoli di Mazzarri: in rosa ce ne sono appena 4 e di questi nessuno (compreso quellUvini a lungo corteggiato dalla Roma) fa il titolare. Insigne, 1991, è il più famoso e quello che gioca di più ma per adesso Cavani, Pandev e Hamsik non si toccano. Dei club di prima fascia rimane, quindi, solo lUdinese, quella con letà media più bassa della Roma e quella che, da sempre, punta sui giovani. Sconosciuti, forti, da valorizzare prima e rivendere al miglior offerente poi. In rose ce ne sono 11, 4 dei quali (Fabbrini, Faraoni, Muriel e Pereyra) impiegati da Guidolin, chi più chi meno, in pianta stabile.
EUROPA - Come detto, letà media della Roma è di 25.5 anni. I quattro maggiori club inglesi, ad esempio, ce lhanno più alta. 26 quellArsenal di Wenger, da sempre considerato come esempio di politica giovanile, 26.60 quella dei campioni del City, 26.20 quella dello United, addirittura 27.10 quella dei campioni dEuropa del Chelsea. In Spagna, invece, sono più giovani della Roma il Bilbao (25.10) e lAtletico Madrid (25.30) mentre Barcellona, Real Madrid e Valencia si attestano intorno ai 26 anni e rispettivamente 26.40 i blaugrana, 26.50 la squadra di Mourinho e 26.20 il Valencia. Girando ancora per lEuropa lesempio da seguire è sicuramente quello del Borussia Dortmund: giovane e bravo lallenatore, Klopp (45 anni), giovane, forte e vincente è la rosa, la cui età media è di appena 24.30 anni. Il Bayern Monaco, rivale dei gialloneri, ha poco più di un anno medio di differenza, 25.60. Dalla Germania alla Francia: il milionario Psg ha unetà media di 28 anni, mentre il Montpellier, campione in carica in Ligue 1, di 25.60. E questo lesempio che, come insegna anche il Borussia Dortmund, letà conta fino a un certo punto. Contano tecnica, fame, programmazione e voglia di vincere. Tutte cose che alla Roma non mancano.