IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - Marassi, Stadio Luigi Ferraris, pochi minuti prima del fischio di inizio di Genoa-Roma. Le due squadre entrano in campo dalla parte opposta a quella dove si trovano le panchine. Nel breve tragitto che bisogna percorrere per andare a sedersi su queste ultime un giocatore con la tuta rossoblu si
Il tridente, dunque, continua a tirare e segnare, nonostante in molti, dopo le battute darresto sofferte dalla Roma a settembre, abbiano cercato di far passare il gioco di Zeman come superato e lui stesso come bollito. Se i suoi attaccanti gli daranno retta e ne seguiranno le direttive potranno tranquillamente arrivare a segnare in cifra doppia, proprio come accadde al tridente delle altre due Roma che allenò alla fine degli Anni Novanta. Quella che nella stagione 1997-98 realizzò 67 gol, di cui 46 solo con gli attaccanti, ovvero 14 con Balbo, 13 con Totti, 12 con Paulo Sergio e 7 con Delvecchio. O quella che nella stagione seguente (1998- 99) di reti allattivo ne mise 69, ben 51 delle quali firmate dai giocatori che si alternarono nel famoso tridente offensivo zemaniano: 18 da Delvecchio, 12 a testa da Totti e Paulo Sergio, 6 da Gautieri e 3 da Fabio Junior.
Ovviamente la storia è la stessa se andiamo a prendere il miracoloso Foggia di Rambaudi, Baiano e Singori, che nel 1993-94 Zeman portò a sfiorare addirittura la qualificazione in Coppa Uefa o la stessa Lazio di Rambaudi, Casiraghi e Signori. Chi gioca in attacco con Zeman si diverte e non si pente mai di esserci, basta fare i movimenti giusti in campo per guadagnarsi la stima del boemo e un posto da titolare che difficilmente lascerà più. Ma attenzione, questo non significa che Destro (lunica punta della Roma di questanno ancora a secco, nonché il colpo di mercato dellestate, tra laltro fortissimamente voluto proprio da Zeman) sia ormai tagliato fuori da un tridente che al momento sta funzionando benissimo. La stagione è lunga e presto ci sarà spazio e gloria anche per lui.