Calabresi e Capradossi. Ecco la difesa del futuro

16/10/2012 alle 09:35.

GASPORT (F. ODDI) - Alla Roma si giocano un posto, in Nazionale pure, ma Elio Capradossi e Arturo Calabresi, compagni e amici da poco più di un anno, ancora non hanno cominciato a sfottersi. «La viviamo molto tranquillamente»

Rivelazione stagionale Anche perché nel frattempo Calabresi jr (il padre è l'inviato di punta de Le Iene) si è imposto in Primavera: titolare sotto età, rendimento sempre elevato, anche nella Supercoppa con l'Inter («Che giocatore Livaja: non è stato facile marcarlo»). Mentre il coetaneo Elio (sei giorni di differenza tra i due: 11 e 17 marzo 1996) che lo terrà in panchina in Nazionale, in Primavera non è ancora arrivato. «No, con non ho mai lavorato — spiega —, mentre ho avuto per qualche mese Montella: grandissimo allenatore, grande capacità di gestire il gruppo. Ogni tanto faceva qualche partitella con noi: si vedeva che era un grande giocatore, ma si metteva più che altro in mezzo al campo, non capitava spesso di marcarlo». Calabresi, quell'anno, stava ancora all'Atletico Roma. «E giocavo col numero dieci. Mi piaceva fare la mezzapunta, a volte giocavo a centrocampo, altre persino in attacco. E quando Tovalieri mi ha messo in difesa ero perplesso. E invece aveva ragione lui ...».