A Trigoria c’è il timore che alcuni giocatori non siano adatti al calcio del boemo

01/10/2012 alle 10:15.

CORSPORT (R. MAIDA) - A ciascuno le proprie responsabilità. E’ questa la linea della Roma all’indomani di una delle più umilianti sconfitte della storia recente del club. Tutti, da oggi in poi, sono sotto esame: dirigenti, allenatore, giocatori. Non ci sarà un atteggiamento autolesionistico, «un accanimento terapeutico» per citare

 
PERSONALITA’ - I dirigenti sono convinti che il problema del gruppo sia soprattutto psicologico. Nell’ordine delle cause di infelicità, insomma, mettono la testa davanti alle gambe, senza escludere che la preparazione atletica possa aver peggiorato la situazione. Un’altra frase pronunciata da allo Stadium ( «Abbiamo sopravvalutato alcuni giocatori» ) è stata interpretata come un’accusa alla squadra. In realtà il direttore sportivo ha cercato di assumersi la paternità di tutte le scelte, esclusa quella (quasi obbligata) dell’allenatore che è stata condivisa con Baldini. ha capito che sono stati commessi degli errori sul mercato, che certi ruoli (ad esempio il ) sono scoperti e che alcuni giocatori non sono adatti al calcio zemaniano: a cominciare da Lamela, che ancora non si muove da attaccante esterno ma da trequartista, per arrivare a , che è un portatore di palla e non il centrocampista incursore che preferirebbe Zeman. E di questo vuole prendersi le colpe, perché la squadra è stata costruita da lui. (...)
 
ECCO IL CAPO - Ma se a Trigoria comandano Baldini e , chi potrebbe intervenire per richiamarli alle loro responsabilità? Gli stessi Baldini e . Sia l’uno che l’altro, che si scontrano spesso ma non si disistimano come qualcuno fa credere, si sono detti disposti a lasciare, se la proprietà smetterà di credere nelle loro qualità. Se ne parlerà a fine anno, eventualmente. Nel frattempo i due parleranno a Zeman e ai giocatori domani, alla ripresa degli allenamenti. E lo stesso farà James Pallotta, atteso a Roma tra mercoledì sera e giovedì mattina: in teoria doveva viaggiare solo per partecipare alla festa per la Hall of Fame e per vedere i suoi Boston Celtics in campo a Milano (domenica dopo ). Ma a questo punto la voce del padrone sarà importante per rigenerare e rassicurare il gruppo. Ieri Pallotta ha telefonato a Baldini, infuriato per la prestazione della squadra. Dagli Stati Uniti, evidentemente, cominciano a preoccuparsi: comprensibile, dopo oltre un anno di delusioni.