Zeman, insulti e caos. Anche De Rossi ora lo sconfessa

30/09/2012 alle 10:28.

GASPORT (M. CECCHINI) - Tic toc. L'orologio scandisce la storia infinita che torna a cozzare con fragore. Lo attendono tutti e lui lo sa. Alle 20.38 i fischi lacerano lo stadio: gli steward intorno alla panchina giallorossa - aumentati per l'occasione - fanno quadrato, Zeman entra sul campo. I flash ghiacciano il suo sguardo da sfinge.

GASPORT (M. CECCHINI) - Tic toc. L'orologio scandisce la storia infinita che torna a cozzare con fragore. Lo attendono tutti e lui lo sa. Alle 20.38 i fischi lacerano lo stadio: gli steward intorno alla panchina giallorossa - aumentati per l'occasione - fanno quadrato, Zeman entra sul campo. I flash ghiacciano il suo sguardo da sfinge. Non si siede, anzi, alza gli occhi verso la tribuna, dove pochi minuti prima Agnelli e Baldini si erano stretti la mano. Le sue, il boemo le tiene in tasca. Tanto strette quanto invece sono larghe le maglie della sua difesa. Uno, due, tre gol in 19 minuti. Ma prima dei titoli di coda c'è una dolorosa via crucis da onorare, perché già alle 21.04 si alza il coro: «Tutti a casa alè». Non basta, alle 21.16 cominciano gli «olè» beffardi, feroci. Come gli striscioni: «Boemo rosica», «Zeman uomo di m...». E purtroppo si ascolta: «Noi vogliamo morto il boemo», «Zeman tu sei un figlio di put...», «La mamma del boemo è una put...», per poi finire di deragliare sul razzismo: «Sei uno zingaro».
 
«Io vecchio?» Sui cori, però, il boemo non fa una piega. «Non ho sentito niente. Forse avevo qualcosa in un orecchio...». L'altra la battuta è la replica a Cobolli Gigli: «Io vecchio? Il Papa e Napolitano lo sono più di me eppure fanno il loro lavoro». Ma l'umorismo stasera è spento. «Non mi è piaciuto niente. Speravo che la squadra avesse voglia di fare una grande partita invece si è arresa troppo presto. I valori ci sono, ma forse io mi spiego male perché hanno sbagliato tutto. Potevamo subire ancora più gol. Abbiamo cercato di fare la partita, però non ci siamo riusciti, la è stata nettamente superiore. Non abbiamo né difeso né attaccato, siamo stati sempre in balia dell'avversario. Dobbiamo trovare il gioco, non difendiamo insieme, in mezzo non prendiamo nessuno, non giochiamo veloce e in verticale. Prendere poi subito tre gol abbatte tutti. Le mie idee superate? No, perché le ho viste poco. La crea tanto timore che non riusciamo ad esprimerci. Spero che ci serva di lezione e la squadrasi renda conto, non abbiamo vinto un contrasto. Se fai giocare la ti ammazza, giocano a memoria. ? È uscito perché la partita non era più recuperabile. Abbiamo pure corso poco, ed è uno dei motivi per cui non prendiamo la palla, ma non è un discorso di preparazione, ma mentale». 
Autocritica ribalta i giudizi di Zeman: «Non siamo da scudetto, chi ne parla fa del male alla Roma». Il d.s. fa autocritica: «Partita sciagurata. Forse abbiamo sopravvalutato alcuni calciatori. La rosa non è di massimo livello, ma subito sotto. Comunque con Baldini ci interrogheremo se abbiamo messo a disposizione la squadra giusta a Zeman, anche se tutte le scelte sono state condivise con l'allenatore. Montella? Ottimo tecnico, ma abbiamo scelto il boemo e lo difenderemo. Alla fine tireremo una riga». Sperando che i conti tornino.