IL TEMPO (A. SERAFINI) - Le gambe accavallate e quel sorriso sornione di solito non indicano nulla di buono. Lo sanno bene i suoi «nemici» diunavita.Le ormai tanto attese conferenze stampa di Zdenek Zeman, non hanno deluso le aspettative per l'innumerevole serie di botta e risposta, che hanno caratterizzato, per il momento, il ritorno del boemo sulla panchina giallorossa. Così i bersagli aumentano e prendere la mira diventa sempre più facile.
La vigilia di un Roma-Bologna qualunque,allontanaancoraunavolta quel sapore di ritorno al calcio giocato. Quell'aria divertita, di chi ha lottato contro tutto e tutti per un'intera carriera (e non ha la minima intenzione di smettere), si scaglia nel solito modo dimesso sulle dichiarazioni di Gianluca Vialli, che in settimana lo aveva definito un «paraculo» accusandolo di essere un paladino soltanto nelle battaglie che gli convengono. E in attesa sulla sponda del fiume,Zeman trova il momento giusto per affondare la lama: «Pensavo che Vialli avesse smesso di prendere farmaci. Ho sempre combattuto le mie battaglie da solo, rimanendo per tredici anni fuori dal calcio».
L'ennesima bordata pesantissima e controllata, è un fulmine in un cielo sempre più plumbeo per un tecnico pronto a mostrare orgogliosamente la sua libertà: «Mi sento meno libero rispetto al passato? Assolutamente no, magari sarà la vecchiaia,ma lo sono sempre stato e sempre lo sarò». Di certo le parole di «Sden- go» non si sono volatizzate all' internodellasalastampa,passando e accumulandosi nuovamente sulle scrivanie dei dirigenti a Trigoria. Per il momento dalla società tutto tace, nonostante gli occhi da chiudere sembrano essere finiti. Perchè se i panni sporchi si lavano in casa, l'imbarazzo della Roma rimane ancora circoscritto: la richiesta di ammorbidire i toni in più di unevitabile occasione è un aspetto che per Zeman nonèmaistato messo in discussione: «A me nessuno è venuto a dire nulla, seècosìaspettochemelodicano. La società tutela il nome della Roma,maancheiomiimpegno per questo». Con altri obbiettivi nel mirino.
Dall'attacco alla Figc e al suo massimo esponente Abete, alle accuse ricevute da «Libero» di essere un incallito comunista, di carne al fuoco ce n'èfintroppa:«Didichiarazioni ne ho sentite tante in vita mia, ormai sono abituato. In certi casi posso anche essere io a querelare, in altri ci passo sopra. Non ho mai avuto qualcosadipersonaleconAbete,la miaesternazioneerarivoltaalla federazione, che negli ultimianninonhasfruttatolepossibilitàdi migliorarechegli sono capitate. Penso che non sarò deferito - ha aggiunto Zeman - e chiedo scusa se sono stato male interpretato. A volte tralasciando una parola, si stravolgeunafrase.Iononfacciodanni allaRoma, certi titoli di giornale sì». Comunque,nonostantetutto, oggi si scenderà in campo. Cercando di ribadire quello di buono visto con l'Inter a San Siro. Ne è convinto il tecnico: «La squadra sta lavorando bene,anchesenonabbiamoavuto a disposizione tanti nazionali. Ma dopo due mesi tutti sanno quello che voglio». E il Bolognaancoraaseccodipunti in campionato, non deve far pensare ad una passeggiata: «NessunotiregalanienteinSerie A. La squadra di Pioli l'ho vista bene con il Milan, che non è proprio l'ultima arrivata». Con gli ultimi dubbi legati alla formazione: «Balzaretti è disponibile, ora sto riflettendo se dividere Totti e Pjanic. Due di costruzione, se vicini non sempre danno risultati». Così come l'alternanza prevista per Nico Lopez e Lamela: «Sono due talenti, che possono risolverti i problemi con un numerogeniale».Poiilquadratosistringedefinitivamenteintorno ai suoi ragazzi: «Piris ha avuto avversari difficili, anche Balzaretti sarebbe andato in difficoltà. Destro ha talento e voglia, spero faccia subito bene». Il miglior modo per dare un calcio alle polemiche.