CORSPORT (R. MAIDA) - Se è vero che certi amori non finiscono mai, anche il disprezzo gode del privilegio dellimmortalità. Tanto più quando è reciproco, come nel caso della Juventus e di Zeman che non perdono occasione per stuzzicarsi con cadenza quasi settimanale. Ieri a rinfocolare lantipatia ha pensato Gianluca Vialli, che di mestiere ormai fa lopinionista ma nellimmaginario collettivo rappresenta uno dei simboli della Juve che Zeman ha più criticato: quella che ha vinto tutto con Lippi in panchina negli Anni Novanta e che è finita in tribunale
LE FRASI - Interpellato da Radio 24, Vialli ha descritto il nemico senza tanti ghirigori: «E una persona molto intelligente ma è anche un grandissimo paraculo» . Un furbacchione, via: «Combatte le battaglie che gli convengono e le altre se le dimentica. Io, tra laltro, non lho mai perdonato quando ha gettato unombra sulla carriera mia e di Del Piero. Non mi ha neanche chiesto scusa» . Vialli si riferisce ai sospetti di doping che avanzarono i magistrati di Torino, ispirati proprio dalle dichiarazioni di Zeman, aprendo un lungo processo che si è concluso nel 2007 in Cassazione con lassoluzione della.d Giraudo e del medico sociale Agricola. Per prescrizione del reato, dopo che già in appello i giudici avevano ordinato il proscioglimento degli imputati perché tra i farmaci assunti dai calciatori della Juventus non cera lepo. Zeman allepoca chiamò in causa direttamente Vialli e Del Piero, parlando di esplosioni muscolari sorprendenti «da culturismo più che da calcio» . Vialli già in passato si espresse con un insulto pesante ( «Zeman fa terrorismo» ) ma lo scambio di colpi non si è ancora esaurito.
SILENTE - La Roma non ha risposto alla stilettata di ieri. Ma è probabile che sabato, nel corso della conferenza stampa di vigilia di Roma-Bologna, Zeman replicherà a modo suo. Non sarebbe la prima volta, nelle ultime settimane e non solo, che le sue parole tirano in ballo la Juventus. A maggio, quando ancora allenava il Pescara, commentò così la richiesta di Andrea Agnelli di restituzione dei due scudetti cancellati da calciopoli: «Per me gli scudetti della Juve non sono né 30, né 28. Sono 22 o 23...» .
BOTTA E RISPOSTA - Una volta che è passato alla Roma, poi, Zeman ha rinfrescato il dibattito: «Per me un tecnico squalificato dovrebbe dimettersi» ha detto a proposito del caso scommesse che ha coinvolto Conte, suscitando la reazione di Beppe Marotta: «Zeman è stato inopportuno, spero che lassoallenatori prenda provvedimenti. E poi ricordo che nel 2005, proprio Zeman abbandonò la panchina della sua squadra (il famoso Lecce-Parma 3-3 che è stato una delle partite-chiave di calciopoli, ndr) senza mai spiegarne il motivo» . Ma le schermaglie non si sono fermate qui. Di fronte alla provocazione di John Elkann successiva alla Supercoppa di Pechino ( «Carrera ha vinto più di Zeman in una sola partita» ), Zeman ha glissato con una patina di snobismo: «Non mi offende. Abbiamo opinioni diverse sullo sport e la Juve negli ultimi anni non ha offerto esempi positivi» .
VERSO LA SFIDA - Una cosa è certa: in questo clima teso, Zeman non troverà un ambiente accogliente allo Juventus Stadium il 29 settembre. E pensare che da ragazzo, per ammirazione dello zio Vycpalek, faceva il tifo per la Juve.