CORSPORT (R. MAIDA) - Si può essere al bivio di una carriera anche a 20 anni, se la fama ti ha descritto come un fenomeno, se una società ti compra per 17 milioni dallaltra parte del mondo, se al debutto segni un gol da fuoriclasse quasi al primo pallone toccato. Per un anno, Erik Lamela ha vivacchiato sul suo talento,
LO SPIRAGLIO - Quel portone adesso sembra diventato una fessura tra due mura di cemento. Ma basta poco per riprendere aria: ad esempio, una partita convincente contro il Bologna. Loccasione è davvero imperdibile perché tra dieci giorni mancherà Osvaldo, squalificato. Osvaldo è uno dei suoi migliori amici nello spogliatoio, nonostante le botte di Udine. E anche in questo caso gli ha teso una mano, facendosi espellere a San Siro e liberando un posto nel tridente dattacco. Teoricamente Zeman potrebbe anche scegliere Nico Lopez al suo posto, dopo lexploit della prima giornata contro il Catania: cinque minuti per il gol della salvezza. Ma le indicazioni della partita con lInter, oltre a una gerarchia tecnica, lasciano pensare il contrario: quando si è trattato di sostituire Destro, come ultimo cambio è entrato proprio Lamela. (...)
DELUSIONE - Non è andato bene Erik, nemmeno nei venti minuti di Milano. Ha sbagliato giocate ordinarie, ha tentato troppe volte di strafare rischiando di creare imbarazzi alla Roma sul 2-1. Da un punto di vista tattico la tavola era apparecchiata apposta per le sue caratteristiche: spazi larghi, squilibri difensivi nellavversario, freschezza atletica. Lamela non ha saputo consumare un pasto comodo. E per la verità, era già successo che le sue esibizioni a partita iniziata fossero insufficienti. Come se Lamela, partendo dalla panchina, si sentisse così offeso dallesclusione da non saper reagire nel momento in cui lallenatore lo chiama in causa. Tutto inconscio, ovvio.
STIMOLI - E non è che al debutto da titolare si fosse comportato meglio. Evidentemente, in questo caso, centra la difficoltà nel modificare i movimenti istintivi per accontentare i meccanismi di Zeman. «Io sono un trequartista, in Argentina giocavo sempre in mezzo al campo, ma mi sto applicando per cambiare ruolo e ci riuscirò» disse negli Stati Uniti, senza replicare alle critiche dellallenatore che in ritiro si era lamentato pubblicamente del suo rendimento: «Non esiste che un attaccante giochi spalle alla porta come fa Lamela» . Eppure lui andava fortissimo nelle ripetute, più veloce e resistente di tutti, spendeva ogni goccia di sudore per mettersi in evidenza. Ma quel periodo di incomprensioni sembra superato. Mentre Sabatini, il padre calcistico, ha assicurato che darà le dimissioni se Lamela deluderà le aspettative della Roma, anche Zeman ha ammorbidito i commenti nelle ultime conferenze stampa: «Stiamo lavorando molto, Lamela è migliorato parecchio e presto ci sarà utile» . Aria di distensione, insomma. A San Siro ha cominciato tra le riserve, contro il Bologna Lamela dovrebbe tornare titolare affiancando Destro e, a suo modo, Totti. E una palla che non va assolutamente sprecata