Una Roma senza condottieri

23/09/2012 alle 11:47.

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Toccherebbe allora ai giovani sfatare un tabù che dura dal 1995 anche se si gioca in un impianto diverso. Dal tridente dei sessant'anni in tre Lamela-Destro-Lopez al centrocampo dove Pjanic sembra un vecchietto a 22 anni in mezzo a Tachtsidis e Florenzi. Zeman si fida.

Ci sono tanti nuovi e anche Burdisso lo è perché non ha giocato quasi mai l'anno scorso: tutti devono abituarsi a giocare in quella maniera. Marquinhos e Romagnoli sono giovanissimi, altri hanno alle spalle già quindici anni di carriera in cui hanno giocato in un certo modo e non si possono smontare in un minuto. Cercherò di lavorarci piano piano». Ma c'è bisogno di accelerare. «Non sono mai soddisfatto degli allenamenti - ammette Zeman - voglio sempre qualcosa di più a livello di partecipazione. Miglioramenti? Non ho notato peggioramenti...» dice col suo solito enigmatico ghigno. I tanti infortuni secondo Zeman «sono frutto della casualità. Nelle mie altre squadre in passato non ho mai avuto tanti problemi come qui». Passerà. Intanto, però, il campionato non aspetta nessuno. «Dopo la gara con l'Inter sembrava che avessimo vinto lo scudetto. Siamo già a 5 punti dalla vetta della classifica? Non sono mai stati una differenza grande - ricorda l'allenatore - si sono colmati distacchi anche più ampi, quindi direi che siamo ancora in vantaggio. Poi io resto convinto che si impara di più dalle sconfitte». La squadra ci crede nonostante lo choc della rimonta subita in casa con il : ha parlato di Roma favorita per lo scudetto insieme a e . «Spero lo pensi veramente, lui con tutta la squadra. Se può giocare in attacco? Per me resta un centrocampista». Finale sul mercato. Per un Verratti che poteva arrivare - «ma non volevo rubare un giocatore alla mia ex squadra e non potevamo pareggiare l'offerta del Psg. Poi Tachtsidis è bravo e costava un po' meno - c'è un Bojan partito senza lasciare troppi rimpianti a Trigoria. «Si è pentito di essere andato al Milan? Chiedete a lui. Avevo sette attaccanti - chiude Zeman - qualcuno doveva essere sacrificato». Il male minore