CORSPORT (A. RIALTI) - Con Daniele Pradè da Ponte Vecchio fino a via della Porcellana, due vene di Firenze, passando davanti ad artigiani e negozi del lusso. Cè pure il sole: «Ma dobbiamo farla questa intervista? Meglio se parlano i ragazzi, sono loro i protagonisti» .
Come è nata la scelta di puntare su Vincenzo Montella?
«E sempre stato la mia prima scelta. Lo ritengo il miglior giovane allenatore».
Sta pensando di blindarlo?
«Perché? Ha un contratto di due anni con opzione sul terzo a favore della Fiorentina».
Ma non è che lei e Baldini vi siete divisi Montella e Zeman?
«Siamo soddisfatti di Montella. A Baldini non ho chiesto se è contento di Zeman». (...)
E vero che quando ha accettato lincarico, ha pensato per primo a Pizarro?
«Sì, è stato il primo calciatore che ho immaginato in viola».
Perché non ha preso lattaccante? Ci racconti la vera storia.
«Intanto dico che di attaccanti ne abbiamo cinque. E aggiungo pure che a gennaio non arriverà nessun altro centravanti. Il resto lo sapete benissimo: il 27 agosto avevamo preso Berbatov che poi è andato altrove».
Berbatov ha restituito i soldi del volo?
«Ancora no. Che lo faccia o no, lo dirò comunque».
Per lei è una maledizione: voleva
portarlo a Roma, ma anche lì qualcosa non funzionò.
«E vero. Era un giocatore che mi aveva sempre affascinato».
Dalla Francia, torna forte il nome di Tremoulinas.
«E un buon giocatore, ma lì siamo al completo».
Cardozo, Negredo, Soldado: convincerli adesso è molto più semplice. Non trova?
«Il tempo gioca dalla nostra parte. Adesso quando parli di Fiorentina è tutto più facile. E poi, le mogli dei giocatori a Firenze ci vengono molto volentieri».
E Rossi, che piace molto anche alla Roma?
«Giuseppe è un giocatore forte e un ragazzo per bene. Ha però due discriminanti: guadagna tanto e lo vogliono tutti».
Il Napoli ha Insigne, il Milan El Shaarawy, la Roma ha Destro. Il calcio italiano può ripartire dagli Under 23?
«La ricetta giusta è un mix fatto di quattro o cinque giovani in mezzo a calciatori più esperti. Solo con i giovani non vinci, lo ha dimostrato anche lArsenal».
Cosa vuol dire fare un calcio diverso?
«Il calcio diverso, per come lo intendo io, sono i calciatori che lo determinano. A Firenze, per esempio, cera bisogno di ritrovare la qualità del gioco, perché solo così avremmo riportato la gente allo stadio. Siamo ripartiti da qui».
Al Franchi ha parlato con Marotta?
«Non ne ho avuto modo».
Vi siete più sentiti?
«No».
La Juve è imbattibile?
«E imbattuta ma non imbattibile. Martedì sera, nella bolgia del Franchi, nei primi minuti anche loro erano disorientati».
E lei quando tornerà a collaborarci?
«Dovrei avere il permesso della mia proprietà...».
Provi a togliere un giocatore ad ogni grande del campionato.
«Alla Juventus toglierei Pirlo, allInter Milito, al Milan El Shaarawy, alla Roma Totti e De Rossi e al Napoli Cavani».
E finita legemonia Inter?
«Sì».
Il Napoli di Cavani è davvero come quello con Maradona?
«Sì. Anche perché ha un allenatore che ha sposato a pieno il progetto. E poi cè Cavani. I due migliori acquisti della serie A sono stati luruguaiano trattenuto da De Laurentiis e Jovetic».
I campani sono lanti-Juventus?
«Sì».
Il ciclo di Allegri al Milan è finito?
«Il suo lavoro inizia adesso».
Pradè, qual è il suo motto?
«Orgoglio, gioia e disciplina. Vorrei che questo diventasse il motto di tutta la Fiorentina».