GASPORT (A. PUGLIESE) - Era già tutto pronto: le candeline a mezzanotte per i 36 anni, l'abbraccio di Ilary e la standing ovation dell'Olimpico. Perché erano più di 5 mesi che non segnava un gol ufficiale (doppietta col Catania, il 5 maggio scorso) e perché quello che ieri poteva regalare alla Roma il 3° posto era pesantissimo: il
Nessun rimprovero Ed allora l'analisi spetta a Zeman: «Alla squadra non ho nulla da rimproverare, abbiamo fatto oltre 20 tiri e sul pari della Samp c'è un fallo su Marquinho. Con l'uomo in più dovevamo girare più palla, non giocare lungo. Destro male? Ha avuto 4 occasioni per fare gol: se li faceva sarebbe stato un fenomeno, ma è chiaro che spero che presto segni. Ora pensiamo alla Juve, proveremo a fermarla. Che accoglienza mi aspetto a Torino? E' una partita di calcio, ma se ce l'hanno con me dovrebbero avercela con tutti i pm. Ferrara? Non ci siamo salutati, ma io ho qualche anno in più». Come dire, non spettava a me. E Ciro, alla fine, chiarisce: «Io ero l'ospite, non il padrone di casa. Non ci siamo incrociati, ma l'avrei salutato per educazione. Magari succederà al ritorno». Chiusura sulla partita: «Nel primo tempo eravamo impauriti, ma sapevamo che la Roma sarebbe calata. Potevamo vincere, la squadra è stata perfetta. Noi in orbita Champions? Non scherziamo, dobbiamo salvarci e non guardiamo a Juve e Napoli. I nostri avversari sono altri».