IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Come col Catania, peggio che col Catania. Le premesse della giornata di festa ci sono tutte: lOlimpico di nuovo pieno con quasi 50mila spettatori, il ritorno del campionato dopo due settimane di sosta e dopo la splendida vittoria di San Siro,
AllOlimpico infatti finisce 3-2 per gli emiliani che rimontano incredibilmente una partita che la Roma - 2 reti nel primo quarto dora con Florenzi e Lamela - sembrava in grado di poter controllare agevolmente. Sembrava, appunto. Perché nellintervallo, mentre Pioli ridisegna il Bologna passando dal 4-3-1-2 al 4-3- 3 a specchio, la Roma rientra in campo senza la stessa cattiveria e la stessa intensità dei primi 45 minuti: sfiora il terzo gol con Totti e Tachtisidis ma poi si addormenta e subisce le reti di Gilardino (2) e Diamanti, che la condannano ad uscire tra i fischi e a rinviare ancora una volta lappuntamento con la vittoria casalinga che manca ormai dall11 aprile.
Una vita fa. Quella era la Roma di Luis Enrique, questa è quella di Zeman e, almeno nei primi 45 minuti, si vede eccome. La formazione vede Pjanic interno destro con Florenzi a sinistra e Tachtisidis in mezzo, in attacco con Totti e Destro cè Lamela. Proprio largentino, entrato in campo con il Capitano che lo catechizza mimandogli i movimenti da fare in profondità, riscatta le prove opache offerte contro Catania e Inter e diventa una spina nel fianco della difesa emiliana. Il vantaggio dopo 7 porta però la firma di Florenzi: splendido destro di Totti da 25 metri che si stampa sul palo, il centrocampista si fa trovare pronto sulla ribattuta e di testa batte Agliardi. La Roma gioca sul velluto, Totti è in condizione strepitosa e cerca il gol ma il portiere del Bologna manda il suo destro in angolo e quindi per raddoppiare ci vuole Lamela che, dalla stessa posizione del gol allesordio contro il Palermo quasi un anno fa, punta langolino e col sinistro insacca dopo che il pallone ha sbattuto sul palo. Il Bologna protesta perché a terra cè Perez dopo uno scontro con Pjanic ma larbitro Guida lascia proseguire e la festa è tutta romanista. Veder giocare la Roma nel primo tempo è uno spettacolo: la squadra di Pioli accenna appena qualche contropiede ma Stekelenburg non corre pericoli e anzi è ancora Totti, servito benissimo da Lamela in contropiede, a tentare un pallonetto che però termina alto.
Nel secondo tempo è tutta unaltra partita. Perché il Bologna torna in campo trasformato e i giallorossi, invece, evidentemente convinti di avere la partita in pugno si rilassano. La terza rete non arriva - Agliardi è strepitoso su Totti di testa mandando il pallone sul palo - e in compenso, anche per i cambi poco incisivi (fuori Lamela e Pjanic, dentro Lopez e Marquinho) il Bologna prende coraggio e metri e prima accorcia le distanze con Gilardino - colpo di testa tra Burdisso e Piris - poi trova il pareggio con Diamanti che, sempre dal lato di Piris, approfitta di una colossale dormita della difesa romanista. Zeman toglie il paraguaiano, frastornato, e mette Marquinhos a destra. Le cose migliorano, il brasiliano spinge e anche bene, ma la Roma non riesce a trovare il gol vittoria. Lo trova invece il Bologna, ancora con Gilardino che scatta sulla linea del fuorigioco e approfitta di uno scontro tra Burdisso e Stekelenburg piazzando il pallone alle spalle dellolandese. LOlimpico è sotto choc, i giocatori pure, lultimo ad arrendersi, neanche a dirlo, è Totti che ci prova ancora di testa ma Agliardi gli dice ancora una volta di no regalando tre punti insperati alla sua squadra e una settimana con tanti tanti dubbi a Zeman e alla Roma.