Se Zeman dà a Pjanic le chiavi della Roma

11/08/2012 alle 10:51.

GASPORT (A. PUGLIESE) - A Londra, nella finale olimpica di stasera, ci sarà da strofinarsi gli occhi con le giocate di Neymar, Lucas e Leandro Damiao. Ma da quelle parti, e non solo, c'era pure chi gli occhi se li voleva strofinare con le giocate di «Mira», per il quale alla Roma arrivò un mese fa un'offerta di circa 25 milioni di euro, puntualmente rispedita al mittente.

Al top , del resto, è il giocatore con più qualità tra tutti i centrocampisti a disposizione del tecnico boemo. «Qui ci sono tanti giovani da cui imparare: Lamela, Bojan, ma soprattutto », ha detto solo qualche giorno fa , uno fatto ad hoc per interpretare il ruolo di interno zemaniano. Oggi il giovane di Vitinia non ci sarà (causa la convocazione per l'Under 21), esattamente come Bradley (l'americano lavora a parte da giorni). Ed allora Zeman potrà provare un centrocampo tutto nuovo, magari inserendo Tachtsidis al centro e testando come interno . , invece, agirà dall'altra parte, a meno che Zeman non decida di «ribaltarlo» a destra, lanciando a sinistra Marquinho. In entrambi i casi, sarà sempre una soluzione e mai un problema. Come tocca la palla «Mira», quasi accarezzandola, pochi altri ne sono capaci. Anche se, nonostante i 4 gol a segno in questo precampionato (meglio ha fatto il solo Osvaldo con 5), il centrocampista sembra ancora doversi calare alla perfezione nel ruolo e nei compiti che Zeman vuole da lui.

Catena Una settimana fa, contro l'Irdning, la catena di sinistra con Balzaretti, e ha funzionato molto bene. Si giocava quasi sempre lì, con degli automatismi anche abbastanza fluidi. Ma stretto tra le scorribande di Balzaretti (che sovrapponeva a più non posso) e l'arretramento del raggio di azione di (spesso a giocare all'altezza dei centrocampisti), a volte è sembrato quasi «stritolato» nello sviluppo dell'azione. Pochi spazi, lui cui tra l'altro piace giocare palla al piede, e una non ancora perfetta sintonia negli inserimenti. Problemi fisiologici, ovvio, nell'apprendimento dello sviluppo dinamico del modulo, forse anche naturali in questo momento della stagione. Sicuramente, movimenti che possono solo migliorare, considerando anche l'intelligenza (tattica e non) del bosniaco. Quello che chiede Zeman a è di cercare maggiormente l'uno-due, di andare di più senza palla, di buttarsi negli spazi dove poter anche ricevere il pallone di ritorno dall'esterno di turno. E quando sarà cresciuto anche in questo, allora ci sarà davvero da divertirsi. Magari già da oggi.

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