CORSPORT (R. MAIDA) - (Corriere dello Sport-R.Maida) Li ha visti da vicino, li ha abbracciati uno per uno sotto casa, si è divertito un mondo e ha cancellato i dubbi: James Pallotta vuole diventare la faccia della Roma, luomo forte senza ombra, il nucleo riconoscibile tra gli altri potenti del calcio italiano. Padrone e presidente. Come Berlusconi, Moratti, De Laurentiis.
IL CAMBIO - La sostituzione di Thomas Di Benedetto al vertice della società era già sicura da qualche settimana. Mancava però lindicazione del successore, che sarebbe stato comunque un cittadino americano. Adesso lindicazione cè ed assomiglia tanto a una certezza. «I can do it». Posso farlo io, ha assicurato Pallotta. E da questo momento in poi, se il capo non torna sui suoi passi, è solo questione di tempi tecnici. Consiglio di amministrazione, assemblea dei soci. Entro la fine del 2012, liter sarà completato. La Roma avrà il presidente numero 23 della sua storia, il quarto in un anno solare dopo Rosella Sensi, lavvocato Roberto Cappelli e appunto DiBenedetto. [ ]
LA POLITICA - Lautopromozione ha un significato preciso: la Roma è sua e sarà gestita da lui, che già faceva parte del comitato esecutivo per gli investimenti principali. Ma la proprietà non entrerà mai nel merito delle scelte dellarea sportiva, delegata in toto ai manager: Baldini e Sabatini, ognuno con i propri ruoli. Baldini è uscito rafforzato dalla tournée americana, in cui ha ricevuto attestati di fiducia espliciti da Pallotta, e ha ripreso il comando delle operazioni. Sabatini continuerà ad occuparsi del mercato, seguendo le trattative euro per euro, con lauspicio che i risultati possano essere brillanti come nelle ultime settimane.
NIENTE MAGNATI - La dirigenza ha ampia libertà di azione, però compatibilmente con i vincoli economici che gli sottoporrà la.d. Fenucci. Su questo Pallotta è stato chiaro. Gli investimenti diretti targati Usa riguarderanno larea commerciale ed edile, quando si tratterà di costruire lo stadio di proprietà. Da questo punto di vista le prospettive sono indeterminate, senza un limite preciso, con lobiettivo di aumentare il fatturato e di conseguenza alzare lasticella delle disponibilità finanziarie. Per il rafforzamento della squadra, invece, i dirigenti della Roma dovranno muoversi da soli, in una logica di autofinanziamento. Le idee da sceicco non entrano a Trigoria, per una scelta precisa: «Siamo allinizio di un decennio» ha detto Pallotta, garantendo che il percorso di crescita è destinato a superare linnamoramento effimero per resistere nel tempo. Ultimate le procedure dellaumento di capitale, dagli Stati Uniti non intendono più firmare bonifici per rigenerare il bilancio.
NO A GARNETT - In questo contesto, è arrivata dagli Stati Uniti una piccola delusione promozionale: Kevin Garnett, la stella dei Boston Celtics che ha letà e lammirazione di Totti, non potrà acquistare una quota della Roma (a proposito, il capitano ha venduto le azioni comprate nel 2004) come gli era stato suggerito. E stata la Nba a bloccare Garnett, per un conflitto di interessi proibito dal regolamento interno: essendo Pallotta comproprietario dei Celtics, un giocatore non può fare affari con una società sportiva controllata dal padrone.