GASPORT (F. M. RICCI) - Una vita di corsa, quella di Bojan Krkic. Tra record di precocità e porte che si aprono e si chiudono con troppa velocità. Dodici anni al Barça, uno alla Roma, ora il Milan. E la sensazione di essere andato via dai primi due club troppo in fretta
Dietro a Ibra E ancora, il destino incrociato con Zlatan Ibrahimovic. Nel 2010, sul finire della prima e unica stagione catalana dello svedese, Ibra se la prese non poco quando Guardiola cominciò a lasciarlo fuori. Al posto del costosissimo Zlatan giocava il piccolo Bojan, talento fatto in casa. Che prese coraggio e segnò con grande regolarità. Il rapporto tra Ibra e Guardiola si ruppe e lo svedese tornò a Milano, sponda rossonera. Ora tocca a Bojan rifugiarsi al Milan, tra le altre cose per cercare di riempire il Grande Vuoto lasciato dal suo ex compagno di squadra. Bojan è lontanissimo da Ibra, per taglia, carattere, autostima. Ma ha una cosa in comune con lui: sa far gol. La leggenda vuole che siano stati circa 800 nella cantera blaugrana, poi 26 in Liga con la prima squadra. In 106 partite, che sembrano tante, ma solo 40 dall'inizio, e quelle giocate tutte intere sono ancora meno. Perché Bojan ha cominciato prestissimo ma per età, timidezza o altro non è masi stato titolare.
Il parente illustre Partenza e fisico simile a quello di Messi, al quale è unito da un legame di sangue: i due sono cugini di quarto grado, i trisnonni (catalani) erano fratelli. Però mentre Leo è esploso, Bojan ancora no. Terzo più giovane a debuttare col Barça, più giovane di sempre a far gol (17 anni e 51 giorni), secondo per età a segnare nella storia della Champions, terzo più giovane a toccare le 100 partite in Liga nella storia del campionato. Però nel 2010 al posto di Ibra Pep prese David Villa e per Bojan gli spazi si ridussero nuovamente. Tanto ridotti da sparire: nella finale della Champions a Wembley Guardiola non lo considera e il giovane Krkic ci resta tanto male da provare a cercare un addio. Lo trova, e accompagna a Roma Luis Enrique.
Cuore blaugrana Il cuore però resta a Barcellona, amore dichiarato in una specie di biografia-ricordo (scritta a vent'anni) intitolata «Il mio Barça» (prefazione di Iniesta). A Roma Bojan si è trovato bene però ha giocato poco, tanto che il padre, serbo, ex giocatore, Bojan Krkic pure lui, si è lamentato perché, tabellini alla mano, aveva visto che il figliolo aveva giocato poco come a Barcellona (4 partite intere su 35 presenze stagionali). L'animo dei Krkic si era rasserenato con l'arrivo di Zeman, ma evidentemente non c'è pace: un'onda di mercato ha spinto Bojan più a nord. Con la speranza che San Siro sia un approdo a lungo termine e non un'altra deriva.