GASPORT (M. CECCHINI) - Almeno nella terra dei sogni, la dittatura è finita. In un momento storico in cui Milan, Inter e Juventus si ristrutturano o devono affrontare problemi di natura extra-calcistica (dalla politica al caso scommesse), la Roma ormai lancia la sua candidatura a potenza emergente quanto meno in condominio col Napoli, anche se la conclusione della vicenda legata a Federico Balzaretti
Rilancio Zamparini Prima però occorre dar conto della cronaca, che ha visto il protagonista Zamparini. Il presidente rosanero, infatti, ha incontrati ieri a Varese l'azzurro e gli ha proposto un rinnovo fino al 2016 alla cifra-tetto per il Palermo (1,2 milioni), con la prospettiva di entrare a fine contratto nello staff dirigenziale. L'iniziativa ha fatto barcollare Balzaretti, che ha chiesto un paio di giorni per decidere, tant'è che lo stesso Zamparini su Radio Radio diceva: «Le probabilità sono al 45% che resti, 45% che vada alla Roma e 10% che vada al Napoli». In realtà però il giocatore aveva già sciolto le riserve: no a Napoli (e Lazio) e sì ai giallorossi, con cui il suo procuratore Alessandro Moggi aveva già un accordo. Non a caso nel pomeriggio i legali del calciatore erano già a Trigoria per modulare i contratti. Al Palermo andranno 4,5 milioni più bonus e al giocatore un quadriennale da 1,5 milioni a stagione. Con queste premesse, perciò, il sit-in pro Balzaretti in programma a Palermo si è liquefatto, mentre sull'azzurro (atteso ora a Irdning per il secondo ritiro della Roma) piovevano gli strali di De Laurentiis. «Balzaretti non è voluto venire a Napoli, se ne andasse pure a Roma e rinunciasse all'azzurro del mare. Non mi sarebbe dispiaciuto averlo, però mi avrebbe creato problemi in panchina, visto che noi siamo coperti nel ruolo. Uno di 31 anni va preso per farlo giocare altrimenti è un investimento privo di senso».
Aste vincenti Impossibile non notarlo: dopo Destro è la seconda asta che i giallorosso vincono in pochi giorni. Insomma, a fronte di un bilancio in sofferenza (con perdite per circa 50 milioni) l'aver come partner di minoranza un colosso bancario come UniCredit sta fornendo indubbi vantaggi alla proprietà Usa, che ha in James Pallotta una sorta di presidente ombra, in attesa di sostituire l'ormai sbiadito Di Benedetto. Nella scorsa stagione il saldo negativo al netto è stato di 44 milioni, mentre al momento si attesta a 27 circa, comprese le quote spettanti ai procuratori. Come dire che ciò che entrato in cassa (soprattutto i 15 milioni di Vucinic e gli 8 di Menez e Borini) non solo sono stati tutti reinvestiti, ma «potenziati» da ulteriori investimenti, che al momento rendono la rosa fin troppo folta e il monte ingaggi alto (circa cento milioni). Certo, volendo fare i grilli parlanti non si può non notare come l'esposizione con UniCredit oscilli ancora intorno ai 70 milioni (più o meno come il valore del mercato), ma queste sono sofismi che ai tifosi non interessano. Nelle terre del sogno, in fondo, la vittoria cancella tutto. Anche i cattivi pensieri.