GASPORT (M.CALABRESI) - Il boemo cera anche se non cera. È come se Zeman, in questi primi giorni dellundicesima stagione in serie A di Daniele De Rossi, abbia vegliato su di lui. Per osservarlo, ma sarebbe meglio dire per ammirarlo. Lui, De Rossi, ha iniziato a consumare scarpe da ginnastica e a strizzare magliette per il sudore; e lui, Zeman, uno per il quale «la preparazione atletica
Nuovo compagno Aspettando di dividere il campo con il nuovo allenatore che ha già conosciuto il 4 luglio, quando al rientro dalla Polonia passò appositamente a Trigoria prima delle vacanze , ieri De Rossi lo ha diviso con Mattia Destro, affacciatosi per il primo allenamento con la nuova maglia. Tra i due, il più emozionato era inevitabilmente lex attaccante del Siena: poche parole, quelle di De Rossi, giusto per fargli capire dovè capitato, il resto Destro lo imparerà da solo, anche per- ché aspettando la fine della telenovela si sarà pure informato.
Maestro Eccolo, il nuovo compito che attende Daniele: crescere i tanti giovani che la nuova proprietà ha portato a Roma nellultimo anno. I «vecchi», tempo addietro, fecero lo stesso con lui, ora si sono invertiti i ruoli. Tachtsidis sarà il primo della lista: pubblicamente investito da Zeman, il greco in America ha mostrato grandi numeri ma anche tanti aspetti in cui può migliorare. Lidea di Zeman è quella di schierare De Rossi regista con Tachtsidis che avrebbe modo e tempo per crescere con calma , ma non è detto che il pensiero del boemo non arrivi a coincidere con quello di Prandelli, che allEuropeo lo ha impiegato da intermedio. E per uno che, con Luis Enrique (ma anche con Prandelli stesso), ha fatto anche il difensore centrale, sarebbe lultimo dei problemi.
Fedeltà Stakanovista, De Rossi, lo è sempre stato, tanto che in sette degli ultimi otto campionati ha giocato almeno 30 partite: a Irdning, dove De Rossi è già stato nella stagione 2004-2005, Zeman potrà finalmente provare il centrocampo che ha in mente. Nel frat- tempo, ha passato il suo compleanno e i giorni successivi ad allenarsi (ci hanno pensato i tifosi a fargli la festa con uno striscione fuori Trigoria) assieme ai compagni in lista di partenza, agli ordini di Andreazzoli e Franceschi. Lui non è tra questi, nonostante nella testa degli sceicchi del City continui a balenare lidea di portarlo a Manchester. Idea accompagnata da tanti milioni di euro: 30, che potrebbero diventare di più se solo la Roma accettasse di sedersi al tavolo. Ma la Roma non tratterà, con buona pace di Mancini.