GASPORT (A. CATAPANO) - La locomotiva umana, lo Zatopek del Duemila: Rodrigo Taddei, un moto perpetuo. A 32 anni, ha capito come contrastare il tempo, facendosi amica la fatica. Un esempio? Domenica si è concesso una passeggiata in bicicletta al termine dell'allenamento pomeridiano,
A pieni giri Pazzo, o adorabile. Semplicemente, Taddei. Un meccanico: ad ogni ritiro si presenta con il motore rifatto. Che sia un diesel di ultima generazione, lo dimostrano i numeri di questa prima tranche di ritiro. Taddei ha inghiottito chilometri e minuti. Innanzitutto, il dato che lo mette in cima al gruppo, in perfetta solitudine: nelle due partite amichevoli contro i locali e i romeni, il brasiliano è l'unico visto in campo in tutti e quattro i tempi, oltretutto in due ruoli diversi (terzino destro e sinistro), con un minutaggio quasi totale: 45', 23' (sostituito da Perrotta), 45', 45'. Totale giocato: 158 minuti. Una ventina in più di altri due vecchietti, Heinze e Burdisso, che hanno giocato tre tempi su quattro, fino a 135 minuti. Le distanze con tutti gli altri sono abissali. Prendiamo due simboli della squadra: Totti, il capitano, ha giocato 72' in due partite, meno della metà di Taddei. Lamela, lo sprinter del gruppo e pure uno dei più giovani, 90'. Ci sono dodici anni di differenza tra l'argentino e il brasiliano, tradotti sui mille metri delle ripetute sono diventati 34 secondi: Lamela ci ha impiegato 2'49", Taddei 3'23". Su una distanza così breve, uno scarto così contenuto è un'impresa.
Cosa manca? A proposito, Taddei continua a sognare, e qui, invece, sente che il tempo stringe. «Ho ancora tanto da mostrare alla Roma, io spero che non finisca così, ho altri due anni di contratto. Mi auguro con tutto il cuore di dare qualcosa di importante ai tifosi. Mi seguono ovunque, sento che manca qualcosa, spero di arrivarci, a cosa? Uno scudetto questi tifosi se lo meritano». Pure Taddei, in effetti.