Emozione giallorossa

20/07/2012 alle 12:01.

CORSERA (G. PIACENTINI) - Per ritrovare un’emozione simile a quella che si è vissuta ieri pomeriggio allo stadio Olimpico bisogna riavvolgere il nastro della memoria di 12 anni. Esattamente al 6 giugno del 2000, giorno in cui 13.000 tifosi giallorossi corsero a salutare quello che sarebbe stato il centravanti del terzo scudetto, Gabriel Omar Batistuta.

A parte , ovviamente, unico filo conduttore tra quella Roma lì e quella americana, ancora in cerca di un feeling totale con la piazza giallorossa. La giornata di ieri, in questo senso, ha segnato un punto importante per la proprietà (c’erano il Baldini, il ds e l’), che già con la scelta di Zeman aveva riconquistato buona parte dei tifosi. La manifestazione dell’Olimpico è stata un successo, oltre ogni più rosea aspettativa, alla vigilia della partenza per Chicago, prima tappa della tournée americana che comincerà oggi (non parteciperà , che resterà a Roma ad allenarsi) e toccherà anche Boston e New York.

Protagonisti indiscussi, nemmeno a dirlo, e Zdenek Zeman. «La presentazione - le parole del capitano - è un momento che ho sempre vissuto come un onore. Lo porterò sempre con me perché ho sempre sognato di vestire questa maglia, che noi dobbiamo onorare rispettando i tifosi. È una stagione che merita di essere grande per tutta questa gente che ci segue sempre. La tournée? È doveroso essere conosciuti in tutte le parti del modo». Visibilmente emozionato anche il tecnico boemo, le cui parole sono state sommerse dai cori e dagli applausi. «Spero - le sue parole rivolte ai tifosi - che riusciremo a farvi divertire perché per me siete importantissimi. Dovete aiutarci ad andare avanti tra gioie e dolori. In America speriamo di far fare una bella figura alla à e alla società»

Presentata tutta la squadra tra i più spaesati c’erano i nuovi acquisti: Bradley è stato il più acclamato, ha la faccia da duro come Walter Samuel (altra analogia con l’ultima Roma scudettata), Dodò, Lucca e Tachtsidis sembravano bambini al luna park. Avranno tempo anche loro per abituarsi. Uniche note stonate di un pomeriggio perfetto i fischi a Borriello e José Angel, che per questo non hanno preso parte alla gara dei calci di rigore sotto la Sud e non hanno partecipato al lancio dei palloni in curva. Il pubblico non li ama, e ormai li tratta come e