Ma Baldini non si tocca. E’ in arrivo un nuovo ad

12/05/2012 alle 10:55.

IL ROMANISTA (D. GALLI) - Nel Cda di lunedì nessuno chiederà a Franco Baldini di farsi da parte. Il dg gode della massima fiducia della proprietà. Resterà in sella. Quella di ieri a Sky è stata una stoccata al consigliere di amministrazione Pippo Marra dopo l’ultima

Il mister X sarà sulla carta un amministratore delegato, ma di fatto un presidente operativo. Un primus inter pares rispetto all’attuale ad Claudio . Sarà colui che risponderà solo alla proprietà. Sia per Baldini, sia per , non si tratterà affatto di un ridimensionamento. Il diggì resterà a capo dell’area tecnica. L’ex numero 2 del Lecce si occuperà sempre dei conti, dei rapporti con Lega di A, Figc, Coni e Viminale, ma soprattutto continuerà ad avere il potere di firma sui contratti dei tesserati. Non solo manterrà quindi le deleghe che già ha, ma in più seguirà da vicino il progetto sullo stadio di proprietà. Agli americani serve semplicemente un’altra figura. Una che sia diretta emanazione della cordata. C’è già Mark Pannes, ma vive negli States. Alla proprietà occorre invece qualcuno che respiri l’aria di Trigoria. Che viva la Roma 24 ore su 24.

Il nome nuovo non uscirà comunque nel Cda di lunedì, dove sarà chiamato - è così che si dice in gergo - l’aumento di capitale da 50 milioni. È la prima tranche di una ricapitalizzazione che, complessivamente, di milioni nelle casse della Roma ne porterà 80. All’ordine del giorno c’è un’iniezione di liquidi che per la società è di fondamentale importanza. Unicredit ha già messo la sua parte, 20 milioni, il resto sarà a carico della cordata statunitense. Durante il Cda la società replicherà al Cavalier Marra, presidente dell’AdnKronos, consigliere giallorosso, amico di lunga data della famiglia Sensi e grande appassionato di missive. Possibilmente, ai romanisti. E possibilmente da spedire tramite la propria agenzia di stampa. Nell’ultima, recentissima, ha detto di «ignorare il progetto per il futuro» e si è chiesto «in che misura si voglia investire in nuove risorse umane, tecniche e finanziarie per puntare a traguardi entusiasmanti». Lunedì c’è chi gli darà le risposte che cercava.

Per Unicredit, che aveva chiesto di lasciare Marra nel board e che ieri, tra l’altro, ha fatto sapere tramite il suo ad Federico Ghizzoni che la partecipazione nella Roma «ha avuto un impatto netto negativo di 12 milioni», è stato un boccone amaro da digerire. L’uscita di Marra non ha tuttavia intaccato i rapporti con gli americani. Non a caso, la Roma ha lasciato che in un primo momento fosse proprio Piazza Cordusio a prendere le distanze da Marra. Lei ci penserà lunedì.