IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Nella settimana di Lazio-Lecce, rispunta a sorpresa Lecce-Lazio (2-4) del 22 maggio dello scorso anno. A sorpresa, perché nellaudizione di ieri tenuta da Daniele Corvia presso gli uffici della procura federale, gli 007 di Palazzi non si sono soffermati sulle altre gare della squadra salentina (Brescia-Lecce, Genoa-Lecce e Lecce-Cagliari) finite sotto inchiesta a Cremona ma hanno posto domande esclusivamente sulla partita che ha visto coinvolta la squadra biancoceleste.
Il legale del calciatore, lavvocato Massimo Ciardullo, uscendo dagli uffici di via Po inizialmente ha cercato di sviare lattenzione: «Abbiamo chiarito le contestazioni che ci sono state mosse. Il mio assistito è totalmente estraneo. Le partite sono le solite: quelle del Lecce uscite sui giornali. Non ci hanno fatto domande invece sul derby con il Bari e sulla dirigenza salentina». Poi a domanda diretta, ha dovuto però ammettere: «Se ci hanno chiesto di Lecce-Lazio? Sì, stavolta anche di Lecce-Lazio». In realtà le domande sono state solamente su questa partita. A Corvia è stato chiesto se conoscesse Zamperini ma lattaccante ha ribadito come si trattasse di una conoscenza indiretta, eccezion fatta per 2-3 giorni trascorsi insieme a Terni nel 2006. Corvia era arrivato infatti in prestito alla Ternana ma dopo appena un paio di giorni Zamperini venne ceduto alla Sambenedettese sino al termine della stagione. Lattaccante del Lecce ha poi ricostruito la giornata in albergo prima della gara con la Lazio dove secondo Carlo Gervasoni ci sarebbero stati i contatti per la combine fra Zamperini «due o tre giocatori della Lazio e 3-4 del Lecce». Ha negato sia di aver visto Zamperini in quelloccasione che di conoscere Mauri, avendolo incrociato solamente sui campi di gioco. Corvia ha tenuto infine a rimarcare come Lecce-Lazio si sia disputata il 22 maggio, solamente quattro giorni dopo che lo stesso calciatore aveva denunciato alla procura della Repubblica e alla stessa procura federale della Figc la famosa telefonata ambigua ricevuta da Massimo Erodiani il 13 maggio. «Vi sembra possibile - ha fatto notare ieri il calciatore che potessi denunciare un fatto del genere e poi 4 giorni dopo mettermi daccordo per combinare Lecce-Lazio?». In virtù delle delucidazioni fornite agli inquirenti, dopo laudizione lattaccante si è detto «finalmente tranquillo».
Sempre ieri, è stato il turno anche di Marco Rossi. Al capitano del Genoa, invece, sono state chieste informazioni riguardo unaltra partita sospetta che vede coinvolta ancora una volta la Lazio, stavolta con la squadra ligure. Il legale Alessandro Vaccaro ha chiarito che il suo assistito «è stato chiamato per fornire le sue impressioni generali sulla gara ma il suo verbale si riduce a una pagina e mezza, visto che poi ci siamo intrattenuti per parlare di questioni forensi».
Intanto mentre è sbarcato a Roma lo sloveno Dino Lalic - che si trova ora nel carcere di Rebibbia - oggi in procura federale sarà la giornata di Alessandro Zamperini. Lex calciatore del Ventspils dovrebbe presentare una memoria scritta dove comunicherà a Palazzi (che farà slittare i deferimenti presumibilmente a maggio, ndc) di voler privilegiare il percorso penale. Tradotto: non collaborerà con la giustizia sportiva. Prevista anche laudizione di Antonio Bellavista, ex giocatore del Bari. E slittato invece a lunedì la deposizione di Antonio Rosati (Lecce). La prossima settimana sarà anche il turno del presidente del Siena, Massimo Mezzaroma. Il club toscano oltre ad esser chiamato in causa per presunte combine che vedono coinvolti i suoi tesserati in diverse gare, ha visto il nome del presidente tirato in ballo da Gervasoni che nellultimo interrogatorio ha riferito delle dichiarazioni de relato che gli sarebbero state riferite dallo 'zingaro' Gegic che sosteneva che un suo amico del Kazakistan gli aveva detto che «il presidente Mezzaroma aveva dato dei soldi ai calciatori del Modena», Tamburini e Perna. Tra laltro in seguito allinterrogatorio di Filippo Carobbio, centrocampista del Siena, tenutosi la settimana scorsa a Cremona, il pm Di Martino - a domanda se il calciatore avesse parlato anche dellallora tecnico Antonio Conte - ha replicato come lo stesso, abbia parlato del Siena a trecentosessanta gradi.