IL ROMANISTA (D. GALLI) - «Questanno abbiamo messo in cantiere tantissime cose. E per la bontà che hanno portato, credo che sia giusto riproporle e potenziarle per la prossima stagione». Cose come il voucher (anche) per i non tesserati, i prezzi ribassati per Curve e Distinti, il botteghino allOlimpico e il fan village.
Più che di una battaglia contro la tessera, Feliziani parla di una serie iniziative adottate per far risparmiare i romanisti, indipendentemente dal possesso della tessera: «Roma precursore? Diciamo che avevamo intravisto delle possibilità. Alla fine della stagione scorsa e allinizio di questa ci sembrava normale che si potesse, almeno nelle partite casalinghe, facilitare la vita ai nostri tifosi. Evidentemente cera bisogno di un po di tempo per i meccanismi di questo nuovo sistema. Lok è arrivato alla fine di febbraio e ci siamo adattati introducendo il famoso voucher elettronico. Per noi non è niente di nuovo, abbiamo constatato alla fine che è stato preso in considerazione da altre società». Altre società. Tipo la Lazio. Funziona così. La Roma ha unidea, la porta avanti, viene osteggiata dal resto di quel mondo che dietro cela interessi economici. E poi accade come nelle favole: la Roma vince, il male perde. Il male. Cioè gli altri. «Non abbiamo mai mollato la presa - racconta Feliziani - perché ritenevamo di essere nel giusto. Questa era uniniziativa che ci ha dato il la per altre iniziative. La bontà era evidente, ma era una cosa talmente nuova e rivoluzionaria che cera bisogno di tempo per poterla comprendere meglio. Ci siamo mossi nei vari ambiti in cui ci potevamo muovere e alla fine questo ha pagato, perché di fronte allevidenza non si poteva andare avanti nella negazione completa».
Feliziani non replica allex ministro Maroni, secondo cui con la fidelity card, e non più con la tessera del tifoso, vincono gli ultras e quelle società come la Roma che non accettano le regole: «Francamente non vorrei replicare, ma mi allineo assolutamente alle parole di Fenucci. In buona sostanza noi pensavamo che questo fosse uno strumento a vantaggio di tutti i tifosi, senza dividerli in tifosi di Serie A e B. La vita del tifoso non è facilissima tra documenti e verifiche e tutte le iniziative sono andate nella loro direzione».
Ma cosa ha portato e cosa ha tolto la tessera? «Sono conti complicati da fare. Se prendiamo gli stessi dati delle precedenti campagne abbonamenti, cè un impatto forte dallintroduzione della tessera e si registra un evidente calo». Un calo di presenze. Guardando avanti, non ci saranno passi indietro. Con buona pace di Maroni. «Credo che questanno abbiamo messo in cantiere tantissime cose e per la bontà che hanno portato credo che sia giusto riproporle e potenziarle per la prossima stagione. Grossissime novità non ce ne sono al momento, ma abbiamo ancora alcune cose da mettere in cantiere».
Tra queste non cè larticolo 9 della legge Amato, quellobbrobrio giuridico che (sulla carta) vieta lo stadio per sempre a chi sia stato condannato, anche in primo grado, per reati connessi a manifestazioni sportive. Ma non cè semplicemente, dice Feliziani, «perché non può competere alle società, è una questione di carattere politico. Devono essere fatti dei passaggi parlamentari e ci sono le difficoltà di una legge che va modificata tramite delle procedure legislative».
Ricapitolando. La Roma continua sulla strada tracciata. Anche se il polverone sollevato laltro giorno dalla notizia, poi rivelatasi falsa, di un addio alla tessera del tifoso, ha riportato sullattenti il Viminale. Il Capo della Polizia, Antonio Manganelli, ha annunciato che in futuro la tessera servirà sempre per trasferte e abbonamenti. Ieri, Manganelli è tornato sullargomento. Ma solo per confermare che di quello si trattava: di una non-notizia. «Non so quale imbecille abbia messo in giro la voce che la tessera del tifoso cambiava. La tessera del tifoso resterà quella che è oggi. La caratteristica della fidelity card è insita nella tessera del tifoso». Ora Maroni si tranquillizzerà.