Panucci: un'emozione unica «Non dimenticherò mai quel pallonetto di Totti a Peruzzi»

04/03/2012 alle 11:13.

IL TEMPO (A. SERAFINI) - Approdato nell'anno del secondo scudetto giallorosso, Christian Panucci ha indossato la maglia della Roma per otto stagioni.Il suo score da romanista parla di 229 presenze e 20 reti tra campionato e coppe. Dopo l'avventura al Milan, è stato il primo calciatore italiano in assoluto ad essere ingaggiato dal Real Madrid. Panucci, quindi, è uno che di derby e della Roma alla «spagnola» può parlarne con cognizione di causa. Qual è il primo ricordo che le viene in mente quando si parla di derby? «Il pallonetto di Totti a Peruzzi in quel 1-5 storico. Se ci ripenso mi vengono i brividi».

È stato il suo derby più bello?

«Si, è stato fantastico. Ne ho giocati tanti ma quello è stato il più emozionante».

Ci racconta un aneddoto legato a quella sera?

«Ricordo la corsa di Lima verso Montella dopo il quarto gol. Era così contento che lo colpì un pugno sull'occhio. Lo costrinse a uscire (ride ndr)».

La settimana d'avvicinamento alla partita è più una carica o un peso?

«Dipende dal carattere che hai. Io mi caricavo».

Due à con diversi modi di interpretare il calcio?

«Il derby della Capitale è unico, si vive dal lunedì alla domenica. I tifosi ti trasmettono qualcosa che da altre parti non si avverte. A Milano dura novanta minuti».

E questo cosa comporta?

«Che devi vincere non solo per la squadra ma anche per i tifosi».

C'è un episodio in particolare che ti ha legato fortemente a questa à?

«Ho visto gente piangere dopo una vittoria, è l'unico posto al mondo dove questo evento ti sposta l'umore di tutta la à».

Compresi gli sfottò?

«Ma scherzi? Io mi divertivo troppo a sentire e a vedere quello che succedeva in à. Ogni romanista ha un amico laziale, se presa nel modo giusto diventa quasi una necessità (...)».

Come arriva la Roma di Luis Enrique a questa partita?

«Non nel migliore dei modi. Ci arriva singhiozzando e questo crea ulteriore ansia nei tifosi».

Darebbe un particolare consiglio a e ?

«No, loro sono il derby stesso. Se sei romano lo senti di più, ma col tempo si matura l'esperienza anche in questo».

Pronostico e uomo derby?

«Nessun pronostico, ma non voglio essere banale, dico Stekelenburg».