Ultimatum a De Rossi

02/01/2012 alle 08:06.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Anche se il termine può sembrare eccessivo, il 2012 inizia con l’ultimatum della Roma a Daniele De Rossi. Entro dieci giorni l’incontro per il «dentro o fuori» come fanno sapere i dirigenti giallorossi che hanno accettato la voglia del calciatore di rimandare ogni discorso, stavolta definitivo, nel nuovo anno.

Più che un braccio di ferro è quasi una resa dei conti. Ufficialmente e non, con che più volte, anche in pubblico, non ha gradito come è stato trattato l’argomento, soprattutto il lato economico della negoziazione. Cifre sballate, intesa prima raggiunta e subito dopo lontanissima, pareri e sensazioni poco attinenti alla realtà. Ma adesso non è più il tempo di posticipare il summit decisivo. Perché da oggi Daniele può cominciare a discutere del suo futuro anche con un club diverso (firmare solo da febbraio) dalla Roma che, a questo punto, vuole conoscere la scelta del suo tesserato. Perché, teoricamente, da qui a fine gennaio, avrebbe la possibilità di metterlo sul mercato, tenendo presente che il giocatore ha garantito, in una conferenza stampa a Coverciano, di non voler lasciare la capitale a costo zero. Il è pronto anche a spendere per il cartellino del giocatore. E non sarebbe l’unico, nel caso in cui la società giallorossa decidesse di cederlo in queste settimane. Perché il Real è da sempre alla finestra e, con in panchina, anche il Psg parteciperebbe a un’eventuale asta. Il Milan non è mai uscito di scena, ma a Trigoria sono convinti che mai e poi mai passerebbe, almeno in questo momento, a un club italiano.

Sarà Baldini, come promesso dal primo giorno della sua nuova avventura a Roma, a occuparsi della questione. Con il giocatore e con il suo procuratore. Magari alla presenza dell’amministratore delegato Claudio che ha l’onere di guardare ai conti della nuova società. Che insiste a proporre al calciatore un contratto abbastanza articolato, mentre Daniele ne preferirebbe uno più snello. Non ci sarà alcun rilancio della Roma che è pronta a garantire 6 milioni di media all’anno per cinque anni, con un ingaggio che però salirà nelle stagioni successive (inizialmente sarebbe di poco superiore ai 5 milioni più i premi).

Non spetterà, insomma, a James Pallotta, il socio forte del consorzio Usa e primo riferimento di UniCredit, intervenire sul contratto. Proprio i dirigenti giallorossi, in via non ufficiale, hanno smentito il contatto tra Daniele e l’italoamericano. «Saremmo stati avvertiti». Da tutti solo una versione, mirata a non confermare il faccia a faccia oltreoceano. Così come hanno voluto respingere l’ipotesi di una clausola rescissoria di circa 25 milioni da affrancare al rinnovo del calciatore. Non rientrerebbe nello stile della nuova proprietà che, con una mossa cautelativa del genere, non darebbe la sensazione di un club economicamente forte.

Pallotta, come previsto da inizio dicembre, venerdì arriverà a Roma. Per incontrare i vertici della Banca con i quali deve fare un punto della situazione sul futuro della società: parleranno di un nuovo partner americano, dei possibili nuovi soci italiani. L’italoamericano si augura di avere qualche risposta sul nuovo stadio di proprietà. E, quando lo raggiungeranno a Roma la prossima settimana i suoi più stretti collaboratori, prenderà di petto una volta per tutte i discorsi relativi a marketing e merchandising.