IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Ha il ghigno dei giorni migliori. La Roma vince, diverte e risale in classifica. Luis Enrique, però, prova a non scomporsi: «Se questo è il mio calcio? È il calcio che piace a qualsiasi allenatore. Un gioco che diverte i calciatori,
Sta raccogliendo quello che ha seminato in questi mesi: «Il gioco diventa più semplice quando ci si allena tutti i giorni con la costanza e lapplicazione che mettiamo in qualsiasi cosa che facciamo. Nessuna festa, però, perché martedì si rigioca: con la Juventus è una partita bella che può diventare importante».
(...) Dopo Firenze è lei ad aver fatto un passo indietro o la squadra che ha finalmente recepito i suoi dettami tattici?. Per la prima volta Luis Enrique non si chiude a riccio: «È una domanda da un milione di euro: quello che è certo è che ho continuato a fare il mio lavoro. Allinizio non è stato facile spiegarmi. Continueremo a lavorare per avere unidentità sempre più forte».
Gli viene fatto notare che contro il Cesena mancavano allappello, tra gli altri, Osvaldo, Burdisso e De Rossi: «Davvero? sorride Per essere una grande squadra, è importante avere fiducia in tutti». Come al solito si mostra incontentabile: «Se dimentichiamo i primi dieci minuti della ripresa, la squadra ha fatto un ottimo lavoro. Bilanci? Pensiamo alla prossima gara ma siamo sulla strada giusta. Dopo sei mesi si inizia a vedere qualcosa».




