IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Accolto con scetticismo infinito per via dei tanti soldi girati al River Plate per avere il suo cartellino e, soprattutto, perchè era arrivato a Roma con una caviglia gonfia come un melone, Erik Lamela ci ha messo parecchio tempo prima di far capire a tutti, dimostrandolo con i fatti, di essere davvero un progetto di grande giocatore.
Dopo aver rimediato un calcio di rigore contro la Juventus, dopo aver favorito la rete del vantaggio giallorosso a Napoli, dopo aver conquistato un altro rigore domenica scorsa contro il Chievo, Lamela ieri sera si è tolto una doppia, enorme soddisfazione: segnare la sua prima doppietta con la maglia della Roma e realizzare i due gol sotto la Sud. Il primo con un destro (che non è il suo piede...) che è filtrato tra le gambe di Neto; il secondo, dopo un assist carico di generosità di Totti, con un piattone di sinistro che non ha lasciato scampo al portiere viola. Nella prima parte di gara aveva provato a mandare in gol Totti, aveva provato anche a far gol con il destro ma non era stato fortunato. Ci aveva provato, però, e questo è un segnale importante, perchè non va dimenticato che Erik è un classe 1992, cioè poco più di un ragazzino.
In realtà, in campo il Coco non appare affatto un giovanotto: ha personalità, non ha paura di niente (chiedere a Osvaldo...) e da un punto di vista fisico, pur non essendo un gigante, ha forza a sufficienza per fare a sportellate con i difensori avversari. Ecco, forse la caratteristica più importante dellargentino è saper abbinare la tecnica alla forza fisica. Non è facile, del resto, trovare fantasisti o trequartisti che sappiano reggere bene le botte degli avversari: Lamela è uno che, quando cè necessità, non si tira indietro per difendere con tutto se stesso (...). Cè tanto Lamela, insomma, nella nuova Roma di Luis Enrique, quella nata proprio dopo la sconfitta di Firenze in campionato; una Roma che ieri sera ha infilato la quarta vittoria di fila.
Eccolo, Erik, nel dopo partita.
Una gara impeccabile, la sua.
«Non so se impeccabile. Una partita bella che abbiamo vinto, siamo felici».
Il cuore che ha mostrato per chi era?
«Per la mia fidanzata che sta in Argentina».
Come si trova in Italia?
«Mi trovo bene, sono contento di fare parte di una squadra come la Roma. Non so se sono un leader: io faccio sempre la mia parte, partita dopo partita. Forse ultimamente siamo stati anche un po fortunati».
Con Osvaldo nessun problema?
«Nessuno. Siamo compagni e gli voglio bene».
Con Totti come si gioca?
«E' un grande giocatore, per me giocare con lui è un onore».