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IL TEMPO (A. AUSTINI) - Il futuro si decide di prima mattina. Oggi, come sua abitudine, Luis Enrique si presenterà a Trigoria molto presto. Ad attenderlo Baldini e Sabatini, per provare a rimettere insieme i cocci di una Roma in crisi. Il tecnico non ha mai pensato ad abbandonare la nave e i dirigenti si aspettano che oggi ribadirà la sua
La Roma di Firenze è quanto di più lontano dalla «sua» squadra. Slegata, nervosa, brava solo a fare il compitino. E guidata da un tecnico altrettanto confuso. Ma per lui questa situazione deprimente ha cause ben definite che nei giorni scorsi ha riportato con forza alla società. Non è contento degli allenamenti, soltanto 5 o 6 giocatori lo soddisfano nel lavoro quotidiano mentre molti altri, compresa gran parte della «vecchia guardia», mostra chiari segnali di rigetto. Anche fuori dal campo: tanto per fare un esempio, non ha gradito la cena della squadra post-scazzottata Osvaldo-Lamela che si è protratta fino a tardi. Così come non gli è piaciuto apprendere della delusione di Totti per lesclusione di Firenze quando, a suo dire, il capitano sapeva benissimo di non essere in condizione di giocare. Domenica scorsa lallenatore si è sentito abbandonato anche dai «suoi», Gago e Bojan, come aveva fatto Osvaldo a Udine dopo il fischio finale. Conclusa la riunione mattutina, nel pomeriggio arriverà il confronto con la squadra: sarà laltro momento topico della «calda» giornata di Trigoria, visto che pure i giocatori sono intenzionati a fare delle richieste allo spagnolo. Vogliono conoscere prima la formazione (anche fra di loro si divertono a scommettere sullundici) e alcuni non se la sentono più di essere schierati fuori ruolo. Ieri calma piatta. Luis Enrique non cera, DiBenedetto ha pranzato con Sabatini e Fenucci ma il presidente si tiene ben distante da decisioni che riguardano la sfera tecnica.