GASPORT (M. CECCHINI) - Finalmente. Perché questo calcio che muore di vizi e di retorica intorno ad essi, ieri a Roma ha vissuto una giornata, nel suo piccolo, spartiacque. Fabio Capello, l'allenatore del terzo scudetto giallorosso, è tornato a Trigoria, e a pochi giri d'orologio è apparso anche Francesco Rocca
Vecchi amici Accolto oltre che dal d.g. da Claudio Fenucci, Walter Sabatini, Tonino Tempestilli e Franco Tancredi, il c.t. dell'Inghilterra ha pranzato nella sede giallorossa, salutando i giocatori che ha incrociato al bar non capitan Totti, impegnato prima nella fisioterapia e poi nell'allenamento e ovviamente Luis Enrique. «Lo avrebbe voluto con sé a Madrid ai tempi della sua prima avventura spagnola ha raccontato Tancredi ma il Real lo aveva appena dato al Barcellona e quindi non potettero lavorare insieme».
Capello ha rivisto tanti volti noti, primo fra tutti De Rossi, che lui ha lanciato nel calcio che conta: «Sono venuto su invito di Baldini e mi ha fatto piacere ritrovare tanti vecchi amici» ha detto Capello, chiudendo la polemica legata al suo trasferimento alla Juve del maggio 2004, considerato a lungo tra i tifosi più caldi come un tradimento imperdonabile.
Voglia Rocca Anche il rapporto tra la Roma e Rocca si era sfaldato. «Non tornavo "a casa" da quando ho smesso di giocare. È stata una grande emozione. Mi ha invitato Baldini, visto che nessuno lo aveva mai fatto prima». Chissà, però, che l'invito non apra le porte in futuro a qualcosa di più concreto, visto che nei mesi scorsi si è parlato insistentemente di un ruolo di Kawasaki nel settore giovanile giallorosso. «Io ho un contratto con la Federcalcio fino al 2013 dice Francesco e sto bene. Con la Roma non abbiamo parlato di futuro». Vero. In futuro si vedrà.
Felice anche Tancredi. «Una rimpatriata che ci voleva. Fabio e Francesco hanno fatto la storia della Roma ed è stato bello rivederli a Trigoria». Nel pomeriggio, poi, Baldini e Capello sono partiti per Napoli, attesi dal match col Manchester City. Per una sera, solo calcio giocato. Perciò il d.g. non ha approfittato dell'ospitalità di De Laurentiis per riaffrontare il tema dei diritti tv che ha portato Roma e Napoli ad appellarsi in tandem all'Alta Corte Federale. Non per soldi ma per principio, dicono a Trigoria. Di questi tempi, merce rara.