Heinze, il caso che non c’è

12/11/2011 alle 09:31.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Per capire chi sia Gabi Heinze, e quanta importanza rivesta nello spogliatoio della Roma, basta tornare a sabato scorso. Novara-Roma: quando segna Bojan la prima persona che abbraccia è l’argentino. Passano cinque minuti. Stavolta a fare gol è Osvaldo. Anche lui abbraccia Heinze. Il quale,

I fatti sono piuttosto chiari: subito dopo Roma-Milan il giocatore ha espresso qualche perplessità sull’atteggiamento della squadra. Deluso per la sconfitta, probabilmente non ancora abituato al modo di intendere il calcio di Luis Enrique, ne ha parlato nello spogliatoio. Luis Enrique lo ha saputo, ne ha parlato con lui, da uomini si sono confrontati e chiariti. Punto. Fine. Nessuna esclusione punitiva a Novara. Scelta tecnica, anche se magari può sembrare strano che, con Kjaer e Juan out, il tecnico abbia scelto Cassetti, che non è un centrale di ruolo, al posto dell’argentino. Per capire la motivazione però basterebbe rifarsi alle parole che Luis Enrique ha detto non più tardi di un mese fa: «Per me Marco è un centrale». Lo ha detto a Trigoria, davanti a microfoni e telecamere. Anche in questo caso punto. Fine. Se Heinze c’è rimasto male per quello che è uscito sui giornali, Luis Enrique è andato avanti per la sua strada, dirigendo come sempre l’allenamento e confermando i due giorni e mezzo di riposo concessi alla squadra. Chi l’ha visto lo ha descritto come «sereno e tranquillo» totalmente indifferente a quello che viene detto fuori a Trigoria.
Le cose che, invece, vengono da dentro rappresentano una priorità e per questo ha chiesto, più volte, ai giocatori - anche pubblicamente - di andare direttamente da lui per qualsiasi tipo di problema. Anche i dirigenti hanno invitato la squadra a fare lo stesso. Adesso e in futuro. Per evitare che altri casi, veri o presunti, possano turbare l’ambiente alla vigilia di un ciclo di ferro che comprende, dopo la partita col Lecce, le sfide con Udinese, , e Napol