Luis Enrique si apre a Ricci

19/10/2011 alle 10:26.

IL ROMANISTA (V.META) - Se l’allenatore della Roma fa il tuo nome in conferenza stampa parlando dei possibili sostituti di Daniele De Rossi, e tu fino a quel momento hai alle spalle non un ritiro con la prima squadra, ma solo i tuoi primi dieci minuti nel campionato Primavera,

Quando Luis Enrique pronuncia queste parole alla vigilia di , in sala stampa volano sguardi interrogativi: va bene Viviani, con tutto che è stato rimandato in Primavera già da un po’, ma Matteo Ricci da dove salta fuori? Chi avesse visto gli allenamenti diretti dal tecnico in realtà si sarebbe già accorto di lui, se non per l’elegante tocco di palla, quanto meno per i capelli biondissimi. In quel momendo Matteo è ancora negli spogliatoi di Trigoria e quando gli riferiscono l’investitura fatica a crederci: «Non me l’aspettavo - ha raccontato dopo la partita con la Reggina in cui è stato è il migliore in campo -. Chiaro che la stima del mister non possa che farmi piacere, per noi ragazzi è importante sapere di essere seguiti anche dallo staff della prima squadra. Ringrazio Luis Enrique per avermi dato l’opportunità di allenarmi con loro: oltre che un’esperienza è anche uno stimolo a fare sempre meglio». 

Curiosa la storia di Matteo, legata a doppio filo - meglio, a doppio cordone ombelicale - con quella del gemello Federico: alla Roma sono arrivati nello stesso anno, il 2006, ma raramente sono riusciti a giocare insieme. Centrocampista di fantasia (e naturale) l’uno, esterno d’attacco mancino l’altro, si sono alternati negli anni con discreta regolarità, fino a quando Stramaccioni ha trovato la quadratura del cerchio inventandosi un nuovo ruolo per Matteo. Non davanti alla difesa, come si ipotizzava a inizio stagione, bensì sulla destra della linea difensiva. Come Perrotta, prima di Perrotta. Un inedito assoluto per lui che fin lì aveva ricoperto quasi tutti i ruoli fra centrocampo e trequarti, ma nel quale ha saputo calarsi talmente bene che l’esperimento è diventato collocazione stabile nel giro di tre partite, anche perché dove non arriva la corsa, ci sono classe e precisione nel cross. Da Matteo ha giocato tutte e tre le gare delle finali scudetto, segnando pure un gran bel gol contro la Sampdoria, ma la sua carriera sulla fascia sembrava destinata a finire con il passaggio in Primavera, visto che Alberto De Rossi aveva detto di non vederlo in quel ruolo. Invece sabato scorso la contemporanea assenza di Sabelli e Nego ha costretto il tecnico a fare una deroga alle sue convinzioni e piazzare Matteo nel suo ultimo ruolo negli Allievi. Lui che fin lì aveva giocato appena una decina di minuti a , ha risposto con una prestazione splendida: «Ma io a destra mi trovo bene, cerco di sfruttare la rapidità e l’anticipo perché so che dal punto di vista fisico pago qualcosa». Luis Enrique avrà preso appunti.