LEGGO (F. MACCHERONI) - «Erik Lamela è speciale», ha detto Luis Enrique a fine partita. Ma in realtà lo aveva già detto largentino con un gol e una determinazione che invitano a lasciar perdere la carta didentità. Lamela ha 19 anni, dovrà migliorare, crescere fisicamente, capire dove è capitato, ma non ci sono dubbi, è un giocatore speciale. E da una sua giocata speciale è nato il successo della Roma sul Palermo. Dopo 7 il ragazzino ha raccolto in area un suggerimento di De Rossi e, quando ci aspettavamo il cross, ha tirato da destra a rientrare: Tzorvas ha potuto soltanto guardare la palla sul lato opposto. Purtroppo per la Roma e per chi era in tribuna, cè stato un poi
I tre punti ammorbidiscono la delusione per il gioco. Ma non devono far dimenticare che ancora una volta L.E. ha rivoluzionato la squadra (il gioco che gli riesce meglio). A centrocampo ha riproposto Pizarro (male) con Gago (se è questo non deve mai uscire) e il solito decisivo De Rossi (ha anche salvato un gol). In difesa lattesissimo Juan dopo un discreto avvio è andato in barca con Hernandez. Provvidenziale linserimento di Heinze accanto a Burdisso. Cassetti ha perso loccasione da laterale destro e Angelino a sinistra sè meritato i rimbrotti di De Rossi («Lo faccio perché è bravo e può crescere molto»). Davanti Borriello ha fatto molto movimento, come Osvaldo (buono al di là dei gol sbagliati). L.E. ha provato anche ad alzare il bavero inserendo Perrotta al posto di Borriello. Da lui ci saremmo aspettati Borini. Mentre ha convinto Bojan quando ha sostituito Lamela.
Inutile chiedersi come mai Pjanic fosse finito in tribuna, L.E. direbbe che «quando tutti i giocatori si sentono parte del progetto, la squadra è grande». A noi è sembrata soltanto una sciocchezza.