Lamela, El Coco di tutta Roma

25/10/2011 alle 09:38.

IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Una serata normale di una giornata straordinaria. Quella del suo debutto con gol con la maglia della Roma. Che straordinario lo è stato sicuramente



Perché domenica i romanisti hanno scoperto che questo ragazzo di 19 anni, che dalle foto e dai filmati sembrava forte ma un po’ fragilino, è già in grado di reggere botta con il nostro campionato. Emblematica quell’azione nel secondo tempo, con Della Rocca che gli si è attaccato senza freni alla maglia. Altri al suo posto si sarebbero fermati, avrebbero preso il fallo. Lui no, lui ha proseguito, si è portato via il giocatore del Palermo fino a quando poteva. Perché, oltre alla classe, ha quella “tigna” di cui ha parlato a fine partita. Due qualità che ben mescolate possono essere devastanti. Come quel gol che ha fatto applaudire tutti. E per tutti si intende veramente tutti. I romanisti all’Olimpico, in tribuna e pure Gago in campo. L’ex Real Madrid, che era proprio accanto al palo dove quella delizia ha arrestato la sua corsa, non è corso come tutti gli altri ad abbracciarlo. No, è rimasto lì, folgorato da quella traiettoria e poi ha alzato le braccia e ha applaudito con convinzione. E il suo volto sembrava dire:
«Questo è proprio forte». Certe cose non si vedono spesso a quella età. Come un lancio addomesticato nell’unico modo che può mettere in difficoltà gli avversari, con uno stop a seguire con la pianta del piede. Roba che non si insegna, roba che si ha. E che ha già scaldato i cuori della gente. I giornali argentini gli hanno dedicato i titoli di giornata.



E in tanti gli hanno scritto su , in spagnolo («Felicidades! Que Grandee Coco... Toda la Suertee para vos! Idoloo») e in romano («Daje»). Lui, a parte un commento subito dopo la partita in cui si diceva felice, ha preferito non parlare, stare tranquillo e allenarsi in vista di Genova, dove potrebbe giocare nuovamente. Senza montarsi la testa, con la sua straordinaria normalità. In compenso ha parlato il padre José: «Forse ha preso qualcosa da me, anche se io sono mentre lui è mancino». Il papà spiega l’origine di quel soprannome che ai romanisti appare così originale: "Coco". «Quando era piccolino - dice - mia moglie lo vestì tutto di jeans ed un nostro domestico gli disse che sembrava un "cocorito". Da allora è stato per tutti el Coco». Da allora, Erik è cresciuto fisicamente («30 cm tra i 12 e i 16 anni»), ma pure di testa. «Lo trovo più concentrato e maturo», commenta José. Cuore di mamma, parola di papà.